Se non cambiano le regole il futuro è povertà.Di Monica Ceci
Emma Bonino, eurodeputato e leader radicale
"Parliamoci chiaro: il nostro paese, in tutti questi anni, ha accumulato una serie impressionante di primati negativi. Abbiamo due milioni e mezzo di miliardi di debito pubblico, lavoriamo quasi sette mesi per lo Stato e cinque per noi, abbiamo i tassi di sviluppo più bassi del mondo occidentale e la maglia nera della disoccupazione. Sulle pensioni la situazione è la seguente: un ragazzo che comincia a lavorare oggi deve versare più del 30% del suo stipendio lordo in contributi che servono a pagare la ricca pensione "di anzianità" di un 53enne. Il quale ovviamente, nel frattempo, fa il suo secondo o terzo lavoro, mentre il ragazzo andrà in pensione chissà quando, chissà con quanto. Noi proponiamo di anticipare subito gli effetti che la riforma Dini farebbe scattare nel 2008, cioè troppo tardi.
La norma che consente a un giudice di reintegrare un lavoratore licenziato non esiste in nessun altro Paese al mondo. Vogliamo abolirla perché è ovviamente un tremendo disincentivo alla creazione di nuovi posti di lavoro. Vogliamo eliminare anche la contrattazione collettiva delle forme di lavoro flessibile, perché è evidente che ha rappresentato un freno. In Olanda, su 100 contratti di lavoro, 38 sono a tempo indeterminato. In Francia e Germania, che pure sono Paesi rigidi, siamo a quota 16. Da noi fermi a quota 8. Il senso dell'occasione perduta si coglie se si pensa che, negli ultimi due anni, la quasi totalità dei nuovi posti di lavoro sono sorti grazie al part-time o al tempo determinato. O liberalizziamo subito il mercato del lavoro, o siamo condannati all'impoverimento del Paese.
Il sindacato in Italia porta la gravissima responsabilità (insieme al sistema dei partiti e alla grande industria assistita) di aver costruito questo sistema economico che fa acqua da tutte le parti. E poi mi tocca sentire dai leader sindacali che i nostri referendum sono "contro i più deboli". Ma io insisto: adesso in Italia, un giovane su tre è disoccupato; adesso, due disoccupati su tre lo sono da più di un anno; adesso c'è il disagio sociale! I referendum fanno paura a tutti quelli che hanno privilegi da difendere. Diamoci da fare tutti. Anzi, se permette, tutte."
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