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Partito Radicale Rinascimento - 25 gennaio 2000
REFERENDUM. IL COMITATO PROMOTORE HA DENUNCIATO D'ALEMA, CASTAGNETTI, COFFERATI, D'ANTONI E LARIZZA PER ATTENTATO AI DIRITTI POLITICI DEI CITTADINI

Roma, 25 gennaio 2000 - Nella giornata di ieri, il Comitato promotore dei venti referendum, nelle persone di Emma Bonino, Marco Pannella, Marco Cappato e Benedetto Della Vedova ha depositato presso le Procure della Repubblica di Roma, Milano, Torino, Monza e Napoli una denuncia per attentato ai diritti politici dei cittadini nei confronti del Presidente del Consiglio Massimo D'Alema, del segretario del PPI Pierluigi Castagnetti, dei leader di CGIL, CISL e UIL Sergio Cofferati, Sergio D'Antoni e Pietro Larizza, oltre che del vicesegretario della CGIL Guglielmo Epifani, della Coordinatrice della segreteria di Rifondazione comunista Graziella Mascia, di Piero Di Siena, del vicepresidente di Nomisma Nicola Cacace e del Direttore di Datamedia Luigi Crespi. In queste settimane, tutti i denunciati hanno infatti reiteratamente diffuso informazioni false, vere e proprie menzogne, sul contenuto dei referendum radicali, e in particolare del quesito relativo all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, e di quelli in m

ateria di sanità e di assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro.

Torniamo a ripeterlo. Il referendum radicale NON introduce alcuna "libertà di licenziamento" e NON cancella il principio della giusta causa, ma si limita ad abolire, per le imprese con più di 15 dipendenti (come del resto hanno già provveduto a fare, per sé, partiti e sindacati), la norma -unica al mondo- che consente al giudice la reintegrazione del lavoratore licenziato, estendendo così a tutte le imprese il regime attualmente in vigore per quelle più piccole, che prevede l'alternativa tra la riassunzione (meno onerosa del reintegro, perché consiste nella creazione di un nuovo rapporto di lavoro) e il pagamento, oltre alla liquidazione, di un indennizzo che può giungere fino a 14 volte il valore dello stipendio mensile lordo del lavoratore. Ancora: i referendum radicali NON aboliscono né l'obbligo di copertura assicurativa sanitaria, né tantomeno quello di copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro; al contrario, confermando quegli obblighi, si limitano ad eliminare il monopolio attualmente ese

rcitato dal Servizio Sanitario Nazionale e dall'INAIL, consentendo ai cittadini che lo vorranno di optare per una assicurazione privata.

Questo è il contenuto letterale ed inequivocabile dei quesiti, che i denunciati -tentando così di ingannare i cittadini, incorrendo nella fattispecie prevista dall'art.294 del Codice penale- hanno reiteratamente e consapevolmente stravolto. Vedremo presto quale sarà il comportamento della Magistratura: se cioè, come l'obbligatorietà dell'azione penale impone, darà seguito a questa denuncia, o se invece, protraendo la propria inerzia e le proprie omissioni, sceglierà di farsi istigatrice e mandante di questi crimini.

 
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