Roma, 27 gennaio 2000
"Giuliano Amato è oggi sceso in campo sotto le antiche bandiere della "scopata etica"; non si limita, come potrebbe, ad invitare anche gli ottantenni a concepimenti liberi sì, ma responsabili, o a continuare ad usare gli accorgimenti di sempre per evitare di figliare e far figliare come bestie, no.
Secondo Amato si deve copulare senza pensare "solo" a quello; ma - aggiunge - se si è vecchi, non si può pensare anche alla paternità ed alla maternità perché "l'etica" lo vieta. Non si tratta, come vediamo, di una opinione presentata come tale e, quindi, perfettamente legittima: Amato ci informa che è "l'etica" ad imporlo; un imperativo categorico kantian-bacchettone.
Politico anche cattolico com'è divenuto da tempo, Giuliano Amato non dà comprensibilmente troppo valore all'Antico Testamento, e lo si vede. Altrimenti, avrebbe forse riflettuto prima di emettere la sua sentenza, ricordando che i grandi patriarchi, i grandi capostipiti dell'umanità concepivano e mettevano alla luce, addirittura, per "secoli". Prima che "l'etica", da fiamma alimentata e custodita dalle vestali dei vari fondamentalismi confessionali, divenisse con la società "vittoriana", l'assumesse in proprio convergentemente con alcune altre notissime, purtroppo, "etiche" continentali del secolo appena trascorso.
Noi, sommessamente, informiamo Giuliano Amato che stiamo per impegnarci nella direzione opposta a quella dell'"etica" della quale è l'oracolo, promuovendo la materiale e psichica opportunità di cercare di tornare alle sorgenti bibliche, a quelle radici. Mentre, per intanto, le ispirazioni proibizionistiche dei moralisti di sempre e di ovunque si accingono forse ad estendere il "Welfare State" imponendo cinture di castità a tutti quelli che superino o abbiano superato - chessòio - andro e meno-pause".