Lettere e ideeLe critiche ad Amato
MARCO PANNELLA
Isabella Bossi Fedrigotti (Corriere, 28 gennaio) sembra accusarmi: 1) di »banale gioco politico per riscuotere applausi contro il nemico del momento ; 2) di difendere (da maschilista, no?) solamente un preteso diritto dell'Uomo, ma non della donna; 3) di dimenticare che »i secoli della Bibbia erano temporalmente costituiti in modo diverso da come computati oggi. (Sarà...).
E' lei, invece, che mena il can per l'aia magari per attaccare, lei, un suo »nemico del momento. Ho infatti esplicitamente criticato Giuliano Amato per esser sceso in campo sotto le vecchie bandiere della »scopata etica perché sembra ritenere che, »se si è vecchi, non si può pensare alla paternità e alla maternità . Non ho scritto affatto di »democristian ma di »kantian-bacchettone a proposito dell'imperativo categorico giulianeo.
Terminavo la dichiarazione criticando quanti volessero »estendere il Welfare State imponendo cinture di castità a quanti abbiano superato andro e meno-pausa .
La Bossi, quindi, mi confonde con altri che, al contrario di noi, tendono a impedire in Italia la fecondazione assistita delle donne di qualsiasi età: alle donne che (»scopando come crudamente denuncia Amato) siano invece ben determinate a »pensare anche ad altro, cioè a »concepire anche vita. Chi, come Amato, ci informa che secondo l'»etica (ma quale? Ce n'è solo una: la sua?) »la scopata è »etica solo a condizione che non si pensi anche ad »altro , cioè alla maternità e alla paternità, eviti di dar magari corpo altrui a qualche suo démone proprio. O ci spieghi, per carità, che cosa mai voglia, e abbia voluto, dire.
Marco Pannella