Dichiarazione di Daniele Capezzone, responsabile informazione dei radicali:
Roma, 2 febbraio 2000 - Non possiamo che rallegrarci del fatto che, sia pure con qualche mese di ritardo, Silvio Berlusconi e il Polo si siano accorti dell'incostituzionalità delle nuove norme in materia di par condicio, che per primi denunciammo ad agosto, poche ore dopo il varo del disegno di legge governativo.
Peccato che la predica venga da un pulpito scarsamente credibile: il Polo ha infatti per mesi sostenuto misure ancora più illiberali rispetto al testo di maggioranza (e non era davvero impresa facile), proponendo che l'85% di tutti gli spazi di comunicazione fossero sostanzialmente sequestrati a favore delle due maggiori coalizioni, con il corollario della relativa soppressione in radice di qualunque possibile alternativa liberale ai due Poli. E, per giunta, da ieri, Berlusconi e Forza Italia hanno addirittura scelto di attestarsi sulla linea letteralmente fascista dell'equivalenza tra il risultato elettorale di un partito e gli spazi di comunicazione di cui esso potrà disporre.
Cogliamo ancora una volta l'occasione per ricordare al leader del Polo che se una norma del genere -mai applicata neppure nella Rai di Ettore Bernabei e nelle tribune di Jader Jacobelli, delle quali finiremo presto per provare nostalgia-, fosse stata in vigore nel 1994, Forza Italia, e cioè un partito destinato a conquistare più del 20% dei consensi, sarebbe stata irrimediabilmente esclusa da qualunque significativo spazio televisivo.
Attendiamo da giorni che almeno uno degli zelanti collaboratori del Cavaliere trovi il tempo -e magari anche gli argomenti- per rispondere a queste obiezioni.