Roma, 7 febbraio 2000Giovanni Cominelli, 56 anni, membro della segreteria regionale DS della Lombardia, già consigliere comunale di Milano e per dieci anni consigliere regionale, ha deciso di lasciare i democratici di sinistra e di collaborare con la lista Bonino. In questa intervista a Radio Radicale ne spiega le ragioni:
"Far passare un progetto di rivoluzione liberale in Italia, costruire un'Italia moderna ed europea, darle un assetto federalista è un'impresa molto difficile perché vi è una coalizione di potere economici, sociali e costituzionali che rallenta e cerca di impedire questo progetto.
Mi pare che al congresso del Lingotto abbia trionfato la linea di Cofferati mentre la linea della rivoluzione liberale di D'Alema è finita in minoranza. C'è un tentativo di difendere assetti di poteri economico-sociali corporativi. Così sarà difficile dare lavoro alle nuove generazioni, creare mobilità sul mercato del lavoro, far crescere e far sviluppare il paese.
Il progetto della Lista Bonino di rivoluzione liberale è un'isola all'interno del sistema politico che vale la pena di allargare e al quale vale la pena di riferirsi perché, per un verso Berlusconi sta fortemente doroteizzando il suo partito e pensa con la proporzionale di tornare alla prima Repubblica; dall'altra i Ds, nonostante l'impegno di Governo, non riescono a portare avanti le riforme che avevano promesso e proposto. La Lista Bonino rappresenta dunque un punto di resistenza e di allargamento di un'area liberale, liberista, federalista che trova nel tessuto economico e sociale del Nord una grande sensibilità.
Tutto questo mi porta a scendere al fianco della Lista Bonino e conseguentemente richiederà le dimissioni dai miei incarichi nel partito dei democratici di sinistra".