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Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 11 febbraio 2000
La Stampa - intervista a Marco Pannella
venerdì 11 febbraio 2000 pag. 5

Pannella: che fatica trattare con Silvio

DA UN BAVAGLIO ALL'ALTRO

»Ma almeno lui è l'unico che ascolta noi radicali

di Ugo Magri

ROMA -Com'è andato, Pannella, il pranzo con Berlusconi?

»Ci risiamo con questa curiosità da buco della serratura. Scommetto che vi interessa sapere il menù... .

La domanda è se l'alleanza radicali-Polo si farà, se avete superato gli ostacoli.

»Io sono felice che queste difficoltà con Berlusconi ci siano, perché se non altro suscitano l'interesse di giornali e giornalisti. E con la mobilitazione degli opinion maker ai quali rivolgo un appello forse, sottolineo forse, riusciremo a evitare il grande disastro di cui nessuno parla .

E sarebbe?

»Le elezioni regionali del 16 aprile. Potrebbero portare al disfacimento finale di quanto resta della pubblica amministrazione del nostro Stato. Se ci si va come ci si sta andando, cioè all'insegna di un federalismo senza progetto e senza la consapevolezza che le Regioni dovranno farsi ciascuna il proprio statuto, e che dunque ci sarà per tutte una fase costituente, allora rischiamo di creare non una, ma quindici Rome in termini di confusione, inconcludenza, rissosità, sterilità... .

Invece voi cosa proponete?

»Una vera rivoluzione. Andare alle elezioni con gli statuti già pronti. E fatti in modo che ne nascano dei veri e propri Stati-Regione. Con i presidenti-governatori scelti direttamente dal popolo, all'americana. Con i consiglieri-deputati eletti col sistema maggioritario uninominale. Con il sistema referendario svizzero a tutti i livelli .

Il federalismo, tanto per intendersi.

»Esatto. Così lo avremmo da subito su tutto il territorio nazionale, senza procedure complesse tipo articolo 138 della Costituzione. E non finisce qui. Se cinque Regioni prenderanno l'iniziativa, sarà possibile rilanciare sotto forma di referendum tutti quei tem i di rivoluzione sociale che la Corte costituzionale ha appena fatto fuori, e senza i quali neppure la grande impresa ha speranze, come Confindustria ha compreso. Ecco la grande, grande occasione che ci si presenta .

Davvero di questo lei ha discusso a tavola con Berlusconi?

»Non ci crederà, ma è così. Questo è ciò che da due mesi Emma e io stiamo stiamo cercando di porre all'attenzione di tutti, a destra e a sinistra .

Con quale accoglienza?

»La dirigenza di governo, da D'Alema in giù, sfoglia le rassegne stampa, ascolta i dibattiti di Vespa e Santoro. E mai che abbia potuto leggere un rigo, o sentire mezza parola, su questo nostro progetto. Siamo stati perfino costretti a comprare inserzioni pubblicitarie sui giornali... .

Quindi da quella parte niente.

»Niente, ma le ho detto il perché: a sinistra non se ne sono accorti .

Il Cavaliere sì.

»Lui ha oggi il merito di ascoltare, con pazienza ammirevole, una cosa che per ora è completamente estranea al suo schema. Nel senso che è tutto impegnato a mobilitare un fronte "antikomunista" col kappa, illudendosi che l'addizione delle varie sigle, ivi compresa la nostra, possa sommare invece che sottrarre voti .

Fini, Casini e Buttiglione sono convinti che l'aggiunta della lista Bonino farebbe perdere il Polo...

»Se se ne accorgono persino loro che quella logica non funziona, spero ne prenda atto anche Berlusconi .

Cosa gli ha consigliato, invece?

»Di dar retta a quello che dicono non Emma Bonino o il sottoscritto, ma i suoi elettori. La sua base sociale e politica. Il popolo del ?94. Che a immensa maggioranza auspica una rivoluzione liberale e federalista capace di mandare a casa la vecchia poli tica. E che comprende più noi dei vari Casini, Baget Bozzo, Veneziani, Buttiglione, Cossiga .

Sia sincero: se fosse in Berlusconi, si fiderebbe di un patto con Pannella? In passato, lei ha fatto diventare matti tutti i suoi vari alleati. Craxi, per esempio...

»Esempio sbagliato. Con lui ci furono infiniti dissensi. Non mi volle commissario europeo dopo Ripa di Meana, fummo dalla stessa parte nel referendum sui giudici e nella non condanna a morte di Moro .

Però a Forza Italia c'è chi non si fida.

»Allora mettiamola così: negli ultimi quarant'anni abbiamo onorato con ferocia tutte le nostre alleanze. Anzi, una volta che sono chiari i patti e i principi, noi radicali siamo i più affidabili e testardi degli alleati. A costo di essere chiamati terroristi, drogati, omosessuali... Non abbiamo deflettuto nemmeno quando sulla legge Reale bis ci ritrovammo col solo Almirante e ci dicevano: "Ah, state con i fascisti" .

Insomma, al Cavaliere niente sgambetti.

»Semmai il problema è suo visto che, nell'apprendistato del potere, ha dovuto cambiare opinione ogni sei mesi: sulla Bicamerale, sulla legge elettorale, sul partito liberale di massa diventato nuova Dc... Ma se questa volta concorderà con noi un progetto politico di respiro, allora tradirlo, abbandonarlo, scoraggiarsi diventerebbe per lui impossibile .

E' questo lo scoglio del vostro negoziato, o c'è dell'altro?

»La difficoltà con cui debbono fare i conti Emma Bonino e Silvio Berlusconi è come rendere compatibile la tela di stampo neo o paleo-centrista che lui ha tessuto con grande frenesia in questi ultimi mesi, con il bisogno forte di rivolgersi all'opinione pubblica quale portatore, insieme con noi, di rinnovamento. Di valori federalisti e liberali che, è lui a dirlo!, sono tra noi comuni .

Siete arrivati a mettere almeno un punto fermo?

»Ci teniamo in contatto continuo. Ma penso che passeremo ore e giorni dinanzi a questo rebus .

Si parla di presidenze di Regioni che vi avrebbero promesso.

»Sarebbero offerte pertinenti e dignitosissime se noi fossimo il Ccd, o il Cdu, o l'Udeur, o la Lega... .

Si parla anche di un possibile »ticket di governo Berlusconi-Bonino.

»Per farlo servirebbe l'elezione diretta del premier, che per il momento non c'è. E poi, francamente: adesso mi pare più ragionevole occuparsi del 16 aprile, del "progetto di Assemblee costituenti di Regioni-Stato d'Italia e d'Europa", e delle prospettive che può portare con sé .

 
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