Roma, 11 febbraio 2000Nell'autunno scorso, durante una visita di esponenti radicali al carcere delle Vallette, le stesse guardie carcerarie ammisero che vi era una nuova categoria di spacciatori: quelli che si facevano arrestare per piccoli reati al fine di spacciare dentro il carcere; le dosi ingerite da questi criminali erano così piccole da sfuggire ad ogni controllo. Alcuni giorni dopo vi furono alle Vallette tre overdosi mortali
Chi, oltre a noi radicali, si assumerà la responsabilità politica di affermare che il proibizionismo sulle droghe fallisce ogni giorno e provoca, ogni giorno, violenza e morte, delle persone e della legge?
Si parla tanto di sicurezza ma non si ha volontà e capacità di governare ciò che oggi produce crimine. Violenza e morte che colpisce i cittadini inermi vittime non della droga ma delle politiche sulle droghe.
Due giorni fa, sulla stampa, il sociologo Barbagli ha riaperto il dibattito sulla somministrazione controllata dell'eroina, in atto da sei anni in Svizzera, a 200 chilometri da Torino; cercherò, per quanto mi è possibile, di fare in modo che la discussione su questo punto diventi politica e coinvolga i miei concorrenti. Livia Turco non può nascondersi sotto la poltrona di ministro: dica apertamente se è disposta ad attuare la sperimentazione svizzera in Piemonte. A Enzo Ghigo rivolgo invece una domanda meno impegnativa: presidente, non le pare una decisione puramente elettoralistica aver affidato all'Agenzia Regionale sui servizi sanitari la riorganizzazione dei SERT a due mesi dalle elezioni, dopo aver avuto cinque anni di tempo? Altro che modello svizzero!