Roma, 11 febbraio 2000
"Noi non abbiamo messo né mettiamo 'veti' o zeppe contro nessuno. Se Berlusconi ritiene necessaria alla sua strategia rinnovare ed estendere le sue alleanze del 1994 a esponenti di forze o debolezze politiche che, oggi, sulla base di un incontro conviviale loro sgradito, già gli pongono aut-aut, veti, divieti e sensi unici di marcia, il problema è innanzitutto di Forza Italia e del Polo, non nostro. Comincia ad essere nostro quando il 'revival' clerico-immoderato si estende anche alla accusa del CCD di essere, noi radicali, 'sfasciafamiglie". A noi risulta che esistono invece, grazie al divorzio, alcune centinaia di famiglie che l'indissolubilità aveva contribuito a sfasciare, o ad impedire.
A Silvio Berlusconi noi riconosciamo tutte le difficoltà nelle quali queste sue compagnie lo cacciano. Non se ne preoccupi però troppo: non mancherà l'occasione per un nuovo confronto fra laici e clerico-immoderati di stampo clerico-fascista. Ad esempio un bel referendum che abolisca le norme che rendono il divorzio troppo difficile, lento, costoso. Insomma Berlusconi si tenga pure costoro. A noi non danno nessun fastidio per una eventuale alleanza.
Tanto, dovunque si trovino il loro destino è quello di finire, con queste idee, nelle discariche della storia civile italiana".