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Partito Radicale Rinascimento - 10 aprile 2000
METADONE: NON LUOGO A PROCEDERE NEI CONFRONTI DEL DOTT. INZANI
Milano, 10-04-2000

Il GUP Claudio Castelli ha decretato il non luogo a procedere nei confronti del medico antiproibizionista radicale Giorgio Inzani, imputato per prescrizione per uso non terapeutico di metadone - equiparato nella pena allo "spaccio".

Benedetto Della Vedova, candidato alla Presidenza della regione Lombardia per Lista Bonino ha dichiarato:

"Si tratta di una sentenza storica, che restituisce la libertà terapeutica ai medici di pazienti tossicodipendenti da eroina, che da oggi potranno operare in scienza e coscienza al fine di tutelare la salute dei propri pazienti.

Ci sono voluti ben sette anni, ma alla fine sembra che abbiamo trovato un giudice a Berlino, in grado di affermare una volta per tutte quanto ottenuto con il referendum per la libertà terapeutica approvato dagli italiani nel 1993.

Da oggi si apre una possibilità in più per i medici e le strutture sanitarie lombarde: abbandonare almeno il proibizionismo sulle cure e intraprendere nuove politiche di cura e trattamento per i tossicodipendenti.

Da oggi, insomma, la Lombardia può guardare alle esperienze più avanzate della Svizzera e perfino della Spagna di Aznar, abbandonando il dogma perdente del proibizionismo ad ogni costo. I risultati conseguiti dalle esperienze di somministrazione controllata di eroina in quei paesi confermano infatti che soltanto un approccio pragmatico e non ciecamente moralista può limitare i danni prodotti dal proibizionismo."

Lorenzo Strik Lievers, capolista della lista Bonino nella circoscrizione provinciale di Milano, ha dichiarato:

"Dopo il TAR della Lombardia, che nel 1990 aveva sospeso, su ricorso di Giorgio Inzani e M. Grazia Fasoli, il decreto De Lorenzo (che impediva ai medici di curare i propri pazienti farmacodipendenti), e dopo il referendum del 1993, che ha abrogato le basi legali del decreto De Lorenzo, anche i giudici del Tribunale di Milano si sono infine schierati dalla parte del diritto positivo, della libertà dei medici e del diritto dei cittadini alle cure.

Mi auguro che gli altri candidati alla presidenza della Regione non facciano orecchie da mercante e trovino il coraggio civile di constatare il fallimento del proibizionismo sulle cure per i cittadini farmacodipendenti e di pronunciarsi conseguentemente per l'abbandono delle attuali politiche fallimentari sulle tossicodipendenze."

Il GUP Claudio Castelli ha decretato il non luogo a procedere nei confronti del medico antiproibizionista radicale Giorgio Inzani, imputato per prescrizione per uso non terapeutico di metadone - equiparato nella pena allo "spaccio".

Benedetto Della Vedova, candidato alla Presidenza della regione Lombardia per Lista Bonino ha dichiarato:

"Si tratta di una sentenza storica, che restituisce la libertà terapeutica ai medici di pazienti tossicodipendenti da eroina, che da oggi potranno operare in scienza e coscienza al fine di tutelare la salute dei propri pazienti.

Ci sono voluti ben sette anni, ma alla fine sembra che abbiamo trovato un giudice a Berlino, in grado di affermare una volta per tutte quanto ottenuto con il referendum per la libertà terapeutica approvato dagli italiani nel 1993.

Da oggi si apre una possibilità in più per i medici e le strutture sanitarie lombarde: abbandonare almeno il proibizionismo sulle cure e intraprendere nuove politiche di cura e trattamento per i tossicodipendenti.

Da oggi, insomma, la Lombardia può guardare alle esperienze più avanzate della Svizzera e perfino della Spagna di Aznar, abbandonando il dogma perdente del proibizionismo ad ogni costo. I risultati conseguiti dalle esperienze di somministrazione controllata di eroina in quei paesi confermano infatti che soltanto un approccio pragmatico e non ciecamente moralista può limitare i danni prodotti dal proibizionismo."

Lorenzo Strik Lievers, capolista della lista Bonino nella circoscrizione provinciale di Milano, ha dichiarato:

"Dopo il TAR della Lombardia, che nel 1990 aveva sospeso, su ricorso di Giorgio Inzani e M. Grazia Fasoli, il decreto De Lorenzo (che impediva ai medici di curare i propri pazienti farmacodipendenti), e dopo il referendum del 1993, che ha abrogato le basi legali del decreto De Lorenzo, anche i giudici del Tribunale di Milano si sono infine schierati dalla parte del diritto positivo, della libertà dei medici e del diritto dei cittadini alle cure.

Mi auguro che gli altri candidati alla presidenza della Regione non facciano orecchie da mercante e trovino il coraggio civile di constatare il fallimento del proibizionismo sulle cure per i cittadini farmacodipendenti e di pronunciarsi conseguentemente per l'abbandono delle attuali politiche fallimentari sulle tossicodipendenze."

 
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