Dichiarazione di Paolo pietrosanti, consigliere generale del partito radicale
Roma, 15 aprile 2000
La discesa in piazza di molte decine di migliaia di persone contro Milosevic induce probabilmente piu' a mestizia che a speranza.
Non e' possibile - sarebbe, e' irresponsabile - non tenere nel dovuto conto anche in termini politici la circostanza per cui il Tribunale internazionale dell'Aja ha incriminato Milosevic per delitti gravissimi. E sconcerta che la stampa italiana consideri questa circostanza quasi come un accessorio marginale. Forse perche' noi Radicali siamo stati determinanti per la sua costituzione e nella iniziativa per la incriminazione del dittatore yugoslavo.
Sul destino della gente sottomessa dal despota di Belgrado incombe una duplice maledizione: quella della lucidita' diabolica di un leader, e insieme la pronta complicita' di alcuni ambienti europei e italiani, che continuano ad essere in grado di almeno bloccare, rendere inesistente, piu' che inefficace, ogni politica europea degna di questo nome nei Balcani.
Milosevic e' accusato dalla Procura internazionale di essere uno sterminatore; ma l'Europa, almeno una parte in cio' stesso determinante, cerca ancora spiragli.
Intanto, notizie chiarissime fanno prevedere gravi sviluppi in Montenegro, e in Kosovo.
L'Europa, questa Europa, che ci sta a fare?
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