Fino ad ora, letteralmente ridotte a carta straccia le direttive della Commissione di vigilanza.Dichiarazione di Daniele Capezzone, responsabile informazione della Lista Bonino:
Roma, 30 aprile 2000 - "In queste ore, la Rai dovrebbe essere impegnata, ad ogni livello, a dare piena attuazione alle puntuali direttive fornite l'altro ieri, sulla campagna referendaria in corso, dall'Ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare di vigilanza: la Rai dovrebbe, cioè, già essersi ampiamente attivata per garantire la moltiplicazione delle tribune, le interviste nei telegiornali, e le trasmissioni di approfondimento in prima e in seconda serata.
Cosa è accaduto, cosa accade, al contrario? Accade che, per la seconda volta in un fazzoletto di giorni, siano state sospese le tribune (era già successo, con motivazioni tuttora oscure, tra il 20 e il 26 aprile; si ripete ora fino al 2 maggio). Accade, ancora, che le interviste per i telegiornali registrate ieri con i rappresentanti dei Comitati promotori siano state o del tutto censurate o -peggio- ridotte a frammenti di pochissimi secondi, letteralmente annegati nel mare della propaganda contraria sindacalberlusconiana. Accade, poi, che non sia stato ancora previsto alcuno spazio di confronto e di approfondimento. Accade, infine, che sia stata assolutamente confermata la tele-orgia del Primo Maggio, a base di concerti, messe, comizi, dibattiti, film, tutti in chiave rigorosamente antiliberale, antiliberista, e perfino anticapitalista e antioccidentale.
La Rai, dunque, prosegue così la sua campagna referendaria, continuando a ridurre a carta straccia le direttive del Parlamento. La proseguiamo anche noi: i nostri legali, come preannunciato, hanno oggi formalmente diffidato Viale Mazzini a non fare della giornata di domani il pretesto per garantire ad una della parti in causa dello scontro referendario una tribuna senza contraddittorio, anzi un megaspot illegale e finanziato dai contribuenti. E nelle prossime ore, su questo come sul complesso del comportamento del servizio pubblico (e di quello di Mediaset, l'altro corno del duopolio, anzi del "monopolio imperfetto" televisivo), seguiranno altre gravissime iniziative presso l'Autorità garante e la Procura della Repubblica di Roma".