Alla cortese ed urgente attenzione
del Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai
sen. Massimo Baldini
e a tutti gli altri membri della Commissione
Roma, 3 maggio 2000
Signor Presidente,
il 28 maggio scorso, rivolgendosi per iscritto ai massimi responsabili della Rai-tv a seguito di una riunione dell'Ufficio di Presidenza della Sua Commissione, Lei stesso ebbe a comunicare alla Rai i nuovi indirizzi della Vigilanza a proposito della campagna referendaria in corso, sottolineando numerose esigenze, tra le quali, in particolare, quelle di arricchire il calendario delle tribune, di inserire interviste sui temi referendari all'interno dei telegiornali, di mobilitare le principali trasmissioni di approfondimento politico ("Porta a porta", "Il Fatto", "Circus", "Telecamere"), di prevedere ulteriori spazi di confronto (attraverso la formula degli "speciali") in prima e in seconda serata. E la Rai diede subito conferma del suo impegno a dare piena attuazione a queste indicazioni.
E' il caso di chiedersi -ci pare- cosa sia effettivamente accaduto da allora fino ad oggi. Procediamo con ordine.
*Tribune: il calendario è stato effettivamente arricchito di nuovi appuntamenti. Detto questo, si è ripetuto il grave episodio della sospensione delle tribune (è accaduto il 1 maggio, ma si era già verificato -senza alcuna giustificazione- tra il 20 e il 26 aprile), e, per altro verso, cominciano a verificarsi casi in cui quello che viene presentato come rappresentante del "sì" (talvolta, peraltro, non sapremmo nemmeno dire a quale titolo) finisce per sostenere tesi almeno altrettanto antireferendarie di quelle del rappresentante del "no" (è accaduto, ad esempio, ieri sera, in occasione di una incredibile tribuna sugli "incarichi extragiudiziari" nel corso della quale gli onorevoli Tassone e Russo Spena hanno gareggiato nel criticare quel referendum, il complesso dei referendum sulla giustizia e l'uso stesso dell'istituto referendario fatto dai promotori).
*Telegiornali: cominciano ad essere trasmesse, all'interno dei telegiornali, brevi interviste ai rappresentanti del "sì" e del "no", ma, per un verso, sono talvolta "tagliate" in modo brutale, rendendo pressoché incomprensibile il pensiero dell'interpellato, e, per altro verso, sono spesso travolte dal mare della propaganda antireferendaria. A cosa serve, ci domandiamo, trasmettere un'intervista di circa 10 secondi a Benedetto Della Vedova (com'è accaduto, ad esempio, nelle edizioni serali di Tg2 e T3 di sabato scorso) se poi a quel "frammento referendario" seguono interi minuti di servizi e interviste sulle prese di posizione contrarie ai referendum di Berlusconi e Cofferati?
*Trasmissioni di approfondimento: non è stato ancora previsto nulla: in compenso, nel corso della trasmissione "Circus" di ieri sera, trasmessa in prima serata, si è consentito ad un ospite di attaccare -peraltro mentendo- il quesito relativo all'art.18 dello Statuto dei lavoratori, senza che fosse consentita o prevista alcuna replica o precisazione di segno contrario.
*Speciali in prima o in seconda serata: anche su questo fronte, zero assoluto.
Questa è dunque la situazione, signor Presidente: una situazione nella quale la Rai, per essere chiari, sta letteralmente riducendo a carta straccia le direttive della Sua Commissione. A questo punto, è evidente che, nelle prossime ore, assumeremo ulteriori gravissime iniziative presso l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e presso l'Autorità giudiziaria ordinaria, ma è altrettanto evidente -ci pare- che la Commissione di vigilanza non possa esimersi dal farsi carico di valutare con molta severità il comportamento della Rai, che continua ad aggravare la violazione, già ampiamente in atto, del diritto dei cittadini ad essere correttamente e completamente informati, e, nello stesso tempo, sta recando una nuova offesa alla volontà e alla stessa dignità del Parlamento.
Distinti saluti,
Daniele Capezzone