Ieri sera il Collegio della 2^ Sezione del Tribunale Civile di Roma, composto dal Dr. Scaramuzzi, dal Dr. Lamorgese e dal Dr. Buonomo, in accoglimento del ricorso proposto dal Marco Pannella contro la sua sospensione dalla carica di Consigliere Comunale del Comune di Roma, ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale per il conseguente sindacato di legittimità.

L'Avv. Giuseppe Rossodivita, difensore di Pannella, ha infatti posto all'attenzione del Collegio giudicante la irragionevolezza dell'art. 15 della legge 19 marzo 1990 n. 55 nel punto in cui - accomunando la detenzione per fini di spaccio di un modesto quantitativo di hashish a gravi reati concernenti la criminalità organizzata, il traffico di armi e i delitti contro la P.A. - dispone la sospensione (e successivamente a sentenza definitiva la decadenza) da importanti cariche elettive con conseguente lesione del diritto costituzionale di elettorato passivo (art. 51 della Costituzione).

La sospensione di Pannella dal Consiglio Comunale, in osservanza del citato articolo 15, era stata disposta, infatti, in conseguenza della condanna emessa dal Tribunale Penale di Roma per una delle azione di disobbedienza civile consistita nella distribuzione di hashish.

Nell'occasione a Marco Pannella vennero inflitti 2 mesi e 20 giorni di reclusione convertiti in 7 milioni di multa con il riconoscimento dell'attenuante dell'azione commessa per motivi di particolare valore sociale.

Va sottolineato il comportamento processuale del Comune di Roma, rappresentato dall'Avv. Sebastiano Capotorto, il quale lealmente ha riconosciuto la rilevanza e la fondatezza delle avanzate questioni di legittimità costituzionale.