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Partito Radicale Rinascimento - 6 maggio 2000
REFERENDUM/INFORMAZIONE. DOPPIA DENUNCIA CONTRO LA RAI DEI COMITATI PROMOTORI RADICALI
Denuncia penale alla Procura della Repubblica di Roma e denuncia all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni:

Comunicato di Daniele Capezzone, per i Comitati promotori dei sette referendum radicali:

Roma, 6 maggio 2000 - Questa mattina, i Comitati promotori dei sette referendum radicali hanno presentato due distinte denunce nei confronti dei vertici della Rai. La prima è una denuncia penale, depositata presso la Procura della Repubblica di Roma, per attentato ai diritti politici dei cittadini e abuso d'ufficio. La seconda è una denuncia all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per violazione delle normativa sulla par condicio.

Le due iniziative si riferiscono, in particolare, alla palese violazione delle direttive fornite il 28 aprile scorso dalla Commissione parlamentare di vigilanza, che aveva chiesto alla Rai di arricchire il calendario della tribune, di inserire interviste sui temi referendari all'interno dei telegiornali, di mobilitare le principali trasmissioni di approfondimento politico ("Porta a porta", "Il fatto", "Circus", "Telecamere"), e di prevedere ulteriori "speciali" in prima e in seconda serata.

Per ciò che riguarda le tribune, il calendario è stato effettivamente arricchito di nuovi appuntamenti, ma si sono verificati almeno due fatti di particolare gravità: il primo è la ripetuta sospensione delle tribune (è accaduto il 1 maggio, ma la cosa si era già verificata -senza alcuna giustificazione- tra il 20 e il 26 aprile); il secondo è il fatto che cominciano a verificarsi casi in cui quello che viene presentato come rappresentante del "sì" (talvolta, peraltro, non sapremmo nemmeno dire a quale titolo) finisce per sostenere tesi almeno altrettanto antireferendarie di quelle del rappresentante del "no" (è accaduto, ad esempio, martedì 2 maggio, alle ore 23.30 su Rai3, in occasione di una incredibile tribuna sugli "incarichi extragiudiziari", nel corso della quale gli onorevoli Tassone e Russo Spena hanno gareggiato nel criticare quel referendum, il complesso dei referendum sulla giustizia e l'uso stesso dell'istituto referendario fatto dai promotori).

Per ciò che riguarda i telegiornali, cominciano ad essere trasmesse brevi interviste ai rappresentanti del "sì" e del "no", ma, per un verso, sono talvolta "tagliate" in modo brutale, rendendo pressoché incomprensibile il pensiero dell'interpellato, e, per altro verso, sono spesso travolte dal mare della propaganda antireferendaria. A cosa serve, ci domandiamo, trasmettere un'intervista di circa 10 secondi a Benedetto Della Vedova (com'è accaduto, ad esempio, nelle edizioni serali di Tg2 e T3 di sabato 29 aprile) se poi a quel "frammento referendario" seguono interi minuti di servizi e interviste sulle prese di posizione contrarie ai referendum di Berlusconi e Cofferati?

Per ciò che riguarda le trasmissioni di approfondimento, non è ancora andato in onda un solo programma dedicato ai referendum: non una sola puntata di "Circus", "Porta a porta", "Telecamere", "Il Fatto"; in compenso, nel corso della trasmissione "Circus" di martedì 2 maggio, trasmessa in prima serata su Rai1, si è consentito ad un ospite di attaccare -peraltro mentendo- il quesito relativo all'art.18 dello Statuto dei lavoratori, senza che fosse consentita o prevista alcuna replica o precisazione di segno contrario.

E anche sul fronte degli "speciali", siamo ancora allo zero assoluto.

Questa è dunque la situazione: una situazione nella quale la Rai sta riducendo a carta straccia le direttive della Commissione, continuando ad aggravare la violazione, già ampiamente in atto, del diritto dei cittadini ad essere correttamente e completamente informati, e, nello stesso tempo, arrecando una nuova offesa alla volontà e alla stessa dignità del Parlamento.

Nelle prossime ore, altre iniziative di denuncia saranno assunte anche nei confronti delle reti Mediaset.

 
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