Dichiarazione di Marco Cappato e Daniele Capezzone, per i Comitati promotori dei sette referendum radicali:
Roma, 15 maggio 2000 - "Bruno Trentin, esprimendosi sui referendum sociali, e in particolare sul quesito volto all'abrogazione dell'art.18 dello Statuto dei lavoratori, ha mentito sapendo di mentire, e per questo sarà denunciato nelle prossime ore alla Procura della Repubblica di Roma per attentato ai diritti civili e politici dei cittadini.
Torniamo a ripeterlo. Il referendum radicale NON introduce alcuna "libertà di licenziamento" e NON cancella il principio della giusta causa, ma si limita ad abolire, per le imprese con più di 15 dipendenti (come del resto hanno già provveduto a fare, per sé, partiti e sindacati), la norma -unica al mondo- che consente al giudice la reintegrazione del lavoratore licenziato, estendendo così a tutte le imprese il regime attualmente in vigore per quelle più piccole, che prevede l'alternativa tra la riassunzione (meno onerosa del reintegro, perché consiste nella creazione di un nuovo rapporto di lavoro) e il pagamento, oltre alla liquidazione, di un indennizzo che può giungere fino a 14 volte il valore dello stipendio mensile lordo del lavoratore.
Questo è il contenuto letterale ed inequivocabile del quesito, che, come molti altri in questi mesi, Trentin -tentando di ingannare i cittadini- ha oggi consapevolmente stravolto. Vedremo presto quale sarà il comportamento della Magistratura: se cioè, come l'obbligatorietà dell'azione penale impone, darà seguito a questa denuncia, o se invece, protraendo la propria inerzia e le proprie omissioni, lascerà impunita l'opera, ampiamente in corso, di mistificazione e di inganno violento del paese, unica carta a disposizione di chi sa bene che, se solo gli italiani fossero informati sul reale contenuto di questo e degli altri quesiti, travolgerebbero il fronte antireferendario (e in primo luogo le burocrazie sindacali) con un'ondata di "sì".
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