Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 05 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 24 maggio 2000
CARCERI: VISITA DI PARLAMENTARI ED ESPONENTI RADICALI AL CARCERE DI REBIBBIA MASCHILE. LA PROTESTA CONTINUA AD OLTRANZA.

Roma, 24 maggio 2000

Una delegazione radicale composta dal senatore Piero Milio della Lista Pannella, l'europarlamentare della Lista Bonino Marco Cappato, l'esponente radicale Rita Bernardini, Sergio D'Elia ed Elisabetta Zamparutti di "Nessuno tocchi Caino", ha visitato oggi il carcere di Rebibbia maschile. Nella biblioteca "Papillon" si è svolto un incontro con una rappresentanza dei detenuti che stanno attuando da tre giorni uno sciopero della fame e lo sciopero delle lavorazioni interne al carcere.

Su 1.600 detenuti (la capienza del carcere è di 900), 450, la stragrande maggioranza nel braccio G11, si alimentano solo di caffè e tè mentre 330 detenuti, tutti eccetto due, ammessi al lavoro sono in sciopero. I servizi di pulizia e manutenzione sono stati affidati ad una società esterna. Il clima di tensione ed esasperazione nel carcere è agli estremi con gravi disagi anche per il personale di custodia.

La visita dei radicali si è svolta proprio nel momento in cui gli organizzatori della protesta, che si sta svolgendo in modo pacifico e civile, erano riuniti per fare il punto della situazione e decidere le prossime tappe dell'iniziativa. I detenuti di Rebibbia hanno respinto l'appello giunto dai detenuti di Regina Coeli di sospendere la protesta; anzi, hanno dato comunicazione di un'estensione della lotta ad almeno venticinque carceri in Italia. I detenuti hanno confermato gli obiettivi della loro lotta, tra cui: l'applicazione della legge Gozzini e Simeone, la liberazione anticipata elevata a 60 a giorni a semestre di sconto pena per buona condotta e una legge di indulto generalizzato di tre anni.

Hanno dichiarato che la loro protesta continuerà almeno fino a quando la Commissione Giustizia di Camera o Senato non avrà almeno posto all'ordine del giorno il provvedimento di indulto che i detenuti non considerano risolutivo di tutti i mali della giustizia ma l'occasione per guadagnare il tempo necessario per cominciare a porre mano a riforme più strutturali del sistema penitenziario e della giustizia. Troppe promesse fatte in questi anni si sono risolte, hanno detto i detenuti, in un nulla di fatto. Ora tutti aspettano, soprattutto dopo la presa di posizione del Cardinale Ruini, una risposta concreta dal governo e dal parlamento. Per questo hanno invitato ad un incontro che si svolgerà il 29 maggio i membri della Commissione Giustizia di Camera e Senato.

La situazione nelle carceri, hanno dichiarato, rischia di tornare ad essere quella degli inizi anni settanta, prima della grande riforma penitenziaria, con le rivolte, i detenuti sui tetti e le distruzioni, perchè una campagna demagogica sulla sicurezza ha in questi anni svuotato di contenuti o lasciato lettera morta le leggi esistenti sui benefici carcerari e le misure alternative alla pena. "Noi siamo finiti dentro perchè non abbiamo rispettato le regole della società. Ma ora le regole non vengono rispettate neanche da coloro che le hanno fatte", ha dichiarato un detenuto.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail