Approvato all'unanimità il regolamento sulla par condicio in periodo non elettorale.Da un lato si blinda il concetto di coalizione ad esclusivo vantaggio dei due Poli, e dall'altro, al loro interno, si incentiva la moltiplicazione delle sigle e dei simboli.
Dichiarazione di Daniele Capezzone, responsabile informazione dei radicali:
Roma, 22 giugno 2000 - Con una dozzina di ore di ritardo rispetto alla conclusione della seduta di ieri, è stato finalmente reso noto il testo del regolamento sulla cosiddetta par condicio in periodo non elettorale approvato (all'unanimità e ad un ritmo da "Tempi moderni" di Chaplin) dalla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai.
Non solo è stata confermata la norma che, per le tribune e le trasmissioni dedicate alle coalizioni, stabilisce il criterio per cui gli spazi televisivi aumentano con l'aumentare dei partiti che compongono ciascun Polo ("lo spazio di ciascuna coalizione è quello risultante dalla somma degli spazi spettanti a ciascun soggetto che la compone"), ma, capovolgendo quanto era avvenuto in occasione delle ultime elezioni regionali, si è improvvisamente introdotta addirittura una definizione giuridica del concetto di coalizione ("si intendono per coalizioni l'insieme dei gruppi parlamentari i cui componenti siano stati, interamente o in parte, eletti su quota maggioritaria nelle ultime elezioni politiche"): una definizione evidentemente concepita per ricomprendere esclusivamente il Polo e l'Ulivo e per escludere da spazi televisivi rilevantissimi tutti gli altri, sopprimendo in radice la stessa possibilità di un'alternativa ai due Poli.
All'interno dei due Poli, invece, è non solo autorizzato, ma potentemente incentivato il festival partitocratico: se si afferma, come si è fatto, il principio per cui una coalizione di 14 partiti ha diritto a 14 spazi televisivi, e una di 15 ne ha diritto a 15, evidentemente, si stabilisce una volta di più che l'obiettivo prioritario delle due coalizioni, per meglio occupare il video, deve essere quello di diffondere la metastasi proporzionalista e partitocratica.
Contro questa pagina di vergogna, che travolge da un lato il diritto dei cittadini ad essere correttamente e completamente informati, e dall'altro l'elementare diritto delle forze politiche alla parità delle chances di comunicazione, ricorreremo in tutte le sedi giurisdizionali nazionali e internazionali, arricchendo di un altro triste capitolo il nostro sempre più corposo dossier sul "caso Italia".
P.S. L'emendamento che "blinda" il concetto di coalizione è stato presentato dal senatore Stefano Semenzato. Affinché si affermasse la linea sostenuta da mesi dagli onorevoli Elio Vito e Silvio Berlusconi, è stato dunque necessario il supporto tecnicamente e politicamente fascista di un piccolo parlamentare rosso-verde (o il supporto di un piccolo fascista rosso- verde?). In ogni caso, complimenti a tutti.