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Partito Radicale Rinascimento - 24 giugno 2000
NAZIONI UNITE: LA "NUOVA" RUSSIA DI PUTIN CHIEDE L'ESPULSIONE DEL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE DALL'ONU. SOLO LA FERMEZZA DEGLI AMERICANI, FRANCESI E TEDESCHI BLOCCA QUESTO ATTACCO DI STAMPO SOVIETICO New York-Roma, 24 giugno 2000. A seguito dell'intervento di Akhiad IDIGOV, membro del Partito Radicale, Presidente della Commissione Affari esteri del legittimo Parlamento ceceno, alla Commissione Diritti Umani di Ginevra dell'aprile scorso, la nuova Russia di Putin ha chiesto alle Nazioni Unite di ritirare per sempre al Partito Radicale lo status consultivo che dal 1995 gli consente - unico partito al mondo - di denunciare a New York, Vienna e Ginevra le sistematiche violazioni del diritto internazionale e dei diritti fondamentali ovunque nel mondo. Oltre alle accuse di sostegno a gruppi terroristici, la Russia ha anche accusato i radicali di essere al soldo delle narcomafie internazionali nonchè, di dedicarsi alla propaganda della pedofilia. Il processo al Palazzo di vetro si è svolto in un clima
da guerra fredda con le democrazie occidentali impegnate a far rispettare la libertà di espressione delle organizzazioni non-governative, dei loro diritti e delle denunce radicali delle gravi violazioni dei diritti fondamentali in particolare, mentre gli ex-sovietici del nuovo Putin, insieme ai comunisti cinesi e cubani erano in prima linea nell'attacco a chi da sempre si batte per la libertà e la giustizia internazionale. Molto deludente il comportamento dell'India, la democrazia più popolata del mondo. Solo grazie all'impegno di americani, francesi e tedeschi e dei radicali è stato fermato l'attacco dei russi. Adesso la decisione finale spetta al Consiglio Economico e Sociale che nel mese di luglio terrà la sua sessione annuale al quartier generale dell'ONU di New York. Occorre da subito organizzare la controffensiva a questo vergognoso e infondato attacco alla libertà di espressione e di azione alle Nazioni Unite. Chiediamo da subito all'Italia, presidente di turno del Consiglio d'Europa (quello s

tesso Consiglio che nel mese di aprile ospito' Idigov e sospese dalla propria assemblea parlamentare la delegazione russa a causa del conflitto in Cecenia) di iscrivere il caso radicale - e con esso la questione della difesa dei diritti di tutte le ONG - nell'agenda dell'ECOSOC e di sostenerlo con la stessa fermezza e convinzione che hanno mostrato americani, francesi e tedeschi nella loro battaglia a fianco dei radicali al palazzo di vetro in queste settimane.

 
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