da guerra fredda con le democrazie occidentali impegnate a far rispettare la libertà di espressione delle organizzazioni non-governative, dei loro diritti e delle denunce radicali delle gravi violazioni dei diritti fondamentali in particolare, mentre gli ex-sovietici del nuovo Putin, insieme ai comunisti cinesi e cubani erano in prima linea nell'attacco a chi da sempre si batte per la libertà e la giustizia internazionale. Molto deludente il comportamento dell'India, la democrazia più popolata del mondo. Solo grazie all'impegno di americani, francesi e tedeschi e dei radicali è stato fermato l'attacco dei russi. Adesso la decisione finale spetta al Consiglio Economico e Sociale che nel mese di luglio terrà la sua sessione annuale al quartier generale dell'ONU di New York. Occorre da subito organizzare la controffensiva a questo vergognoso e infondato attacco alla libertà di espressione e di azione alle Nazioni Unite. Chiediamo da subito all'Italia, presidente di turno del Consiglio d'Europa (quello stesso Consiglio che nel mese di aprile ospito' Idigov e sospese dalla propria assemblea parlamentare la delegazione russa a causa del conflitto in Cecenia) di iscrivere il caso radicale - e con esso la questione della difesa dei diritti di tutte le ONG - nell'agenda dell'ECOSOC e di sostenerlo con la stessa fermezza e convinzione che hanno mostrato americani, francesi e tedeschi nella loro battaglia a fianco dei radicali al palazzo di vetro in queste settimane.