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Partito Radicale Rinascimento - 28 giugno 2000
GAY PRIDE-CONCORDATO. I RADICALI SI RIVOLGONO AL PAPA: LIBERIAMOCI DEL CONCORDATO
Questa sera a Roma (Ponte S.Angelo, ore 21) la fiaccolata radicale.

Quello che segue è il testo della pagina a pagamento dei radicali pubblicata questa mattina da "Il Foglio":

Libera Chiesa (e libera sessualità) in libero Stato

LIBERIAMOCI DEL CONCORDATO

"Per la Chiesa cattolica nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano. Purtroppo non mancano tuttora nel mondo atteggiamenti di chiusura e perfino di rifiuto, dovuti a ingiustificate paure. Si tratta di discriminazioni non compatibili con l'appartenenza a Cristo e alla Chiesa. Anzi, la comunità cristiana è chiamata a diffondere nel mondo il fenomeno della fraternità, di quella convivialità delle differenze che anche oggi, in questo nostro incontro, ci è dato sperimentare".

Queste sono le parole che Giovanni Paolo II ha pronunciato davanti alle migliaia di nomadi, immigrati, profughi e rifugiati giunti a San Pietro il 2 giugno scorso per celebrare il "Giubileo dei migranti".

Noi -profondamente credenti, quali siamo, nel dialogo e nell'amore- ci rivolgiamo al Papa, a Pietro, in questo anno così importante per la sua Chiesa, per chiedere che torni ad esprimersi nel segno del dialogo e dell'amore, appunto, e che lo faccia rivolgendo un pensiero ai milioni di donne e di uomini che, nel corso dei secoli e ancora oggi, dentro e fuori i confini della Chiesa cattolica, hanno visto e vedono la propria esistenza tormentata, umiliata, resa talora letteralmente impossibile dalle parole che Pietro e la sua Chiesa hanno finora pronunciato sul loro orientamento, sulle loro identità e sulle loro preferenze sessuali.

E' l'ora -lo crediamo, da liberali, da radicali- che il fascio di luce di umanità, di libertà, di tolleranza, perfino di laicità che Giovanni Paolo II ha saputo e sa rappresentare raggiunga e illumini questo cono d'ombra della vita e della storia della Chiesa cattolica, restituendo dignità e rispetto a tanti, a troppi a cui, in nome del Bene e della Vita, si è promessa la dannazione eterna, e si è intanto assicurato l'inferno già su questa terra.

E' proprio questa libertà che a Giovanni Paolo II intendiamo sia assicurata, anche a questa libertà adeguando le leggi, la legislazione del paese che ospita il successore di Pietro. La sua voce e la libertà della sua voce sono per noi preziose, tanto che auspichiamo sappia esprimersi ancora, e siamo certi che il limite che alla libertà di quella voce è imposto dal Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica debba essere superato e rimosso, insieme ad ogni norma che svilisca il magistero religioso di ogni culto e chi lo esercita a espressioni dello Stato, a 8 per mille, a bestemmia.

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