Domenica 2 Luglio 2000 pag. 6 PANNELLA CONTROCORRENTE »BATTAGLIE FATTE 30 ANNI FA »Non sfilo con chi un tempo cacciò Pasolini dal partito Aldo Cazzullo ROMA SCUSI Pannella, i leader di Rifondazione e del Partito dei comunisti italiani difendono il Gay Pride, annunciano la loro presenza alla parata, e lei che fa? »Lo chieda ai 700 mila ascoltatori di Radio Radicale, o ai manifestanti che lunedì sera sono sfilati sul ponte Sant'Angelo con una fiaccola in mano. Noi, però, questa battaglia l'abbiamo ingaggiata più di trent'anni fa, quando comportava grandi costi e grandi fatiche. Se lo ricorda il caso Braibanti? . L'intellettuale che finì sotto processo per plagio? »Lui. La battaglia per la libertà sessuale noi l'abbiamo fatta serissimamente, a livello internazionale, e con successo. Ora qualche gruppo editoriale e qualche politico si è messo a fare campagna sul Gay Pride, e vorrebbero che io facessi marchette. Ma io le lascio fare a Cossutta. La nostra strategia è alternativa alla demagogia e ai conformismi . Chi sono i conformisti tra i politici? »Gli atteggiamenti variano tra i fus
tigatori alla Pedrizzi (responsabile delle politiche per la famiglia di An, nda), che ci sono pure a sinistra, e quei leader comunisti, che vengono dal partito che cacciò Pasolini ma ora si affollano e sono pronti a mettersi i tacchi a spillo . Cossutta in tacchi a spillo? »Perché sono rimasti indietro: non sanno che ormai da vent'anni gli omosessuali preferiscono baffi e barbe... . E i gruppi editoriali che cosa c'entrano? »"Panorama" ha cercato di coinvolgermi nella sua campagna sugli "outing". Vorrebbero che facessi marchette. Mi vogliono in tacchi a spillo. Siccome rifiuto, cercano di farmi passare per puritano. A me. Puritani sono i giornali. Vuole che le faccia un esempio? . Prego. »In piena campagna elettorale, ricordai a Bossi il suo feeling con Milosevic. Lui replicò con il suo consueto garbo, dicendo: "Meglio Milosevic che Culosevic". Nessuno lo scrisse. E io sono andato in tv e a Radio Radicale a segnalare a più riprese di essere stato ribattezzato "Culosevic". Questo perché non si pensi sia
facile mettermi in imbarazzo . Allora andrà anche lei l'8 luglio alla parata dei 250 mila (e di Cossutta e Bertinotti)? »Vedremo, ne parleremo. Il problema non esiste. Sono felicissimo che il Gay Pride si tenga regolarmente, che abbia successo. Io non faccio la mosca cocchiera, non l'ho mai fatta. Noi non siamo tra coloro che esprimono solidarietà. Noi facciamo parte di coloro ai quali si deve esprimere solidarietà . L'atteggiamento di Rutelli l'ha delusa? »Niente affatto. Per deludersi bisogna prima illudersi. E io non mi sono mai illuso: perché non posso chiedere a uno come Rutelli di fare il leader radicale. Quello di oggi non è il Rutelli che candidammo nell'88, chiedendo ai romani di chiudere il secolo come l'avevano aperto, con un sindaco radicale, un nuovo Nathan. Rutelli non ha mai detto di essere questo, perché è il sindaco dell'area del centrosinistra. Che ha fatto un lavoro decoroso, e ora sul Gay Pride si trova in difficoltà . Il Gay Pride la mette in contrasto anche con Papa Wojtyla, di cu
i lei aveva apprezzato molte posizioni, dall'anticomunismo all'ex Jugoslavia. »Provo molto affetto verso il Papa. Come persona è impossibile non amarlo. Però si è fatto portavoce delle posizioni più retrograde. Il proibizionismo vaticano in tema di amore ha conseguenze gravissime sul piano demografico e biogenetico. Occorre prendere coscienza della gravità dello scontro tra il liberalismo e il clericalismo, che colora di sé gran parte del mondo laico, non soltanto quello che ben conosciamo del cattocomunismo, e dargli forma di lotta politica e civile .