"Alla vostra attenzione, alla stragrande maggioranza dell'opinione pubblica, e al burrascoso mondo politico.
Siamo detenute come tante, che giorno dopo giorno aspettano inchiodate al televisore, un intervento diretto dello Stato. E' grande la tensione, è messa a dura prova la nostra sopportazione, con queste parole non vogliamo minacciare, ne imporre la nostra volontà. Vi chiediamo di procedere per un giusto cammino.
Ringraziamo tutti coloro che hanno preso a cuore la nostra causa, in particolare cogliamo l'occasione per ringraziare la Chiesa e il Santo Padre. Le vostre tante mancate riflessioni oneste, porterebbero a un peggior collasso carcerario, che è già esistente da tempo. Con immensa consapevolezza Vi chiediamo di non strumentalizzare i nostri gravi problemi, interponendoli alle già prossime elezioni politiche, ma di concentrarvi maggiormente su proposte attuabili in tempi brevi.
Qui è un inferno!
Tutti sanno ma nessuno si prende la responsabilità del problema. Questa palla rovente viene tirata da un campo all'altro.
Perché volete che esploda? Basta non l'ipocrisia!
Le decisioni vanno prese e presto".
Tante urla di detenute.
Roma, 11 Luglio 2000