Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, deputato europeo della Lista Bonino:

Roma, 19 luglio 2000

"La notizia di oggi è che Umberto Bossi si starebbe muovendo con decisione per piazzare uomini di provata fedeltà leghista tanto nella Fondazione Cariplo quanto nel CdA del principale gruppo bancario italiano, Banca Intesa, di cui la Fondazione detiene una partecipazione del 10%. Come in molti fingevano di non capire e in pochi avevamo previsto e denunciato, le Fondazioni bancarie si stanno rapidamente trasformando nel terreno di caccia della rinnovata partitocrazia e si sta aprendo una nuova stagione di lottizzazione selvaggia. In palio decine di migliaia di miliardi di patrimonio da gestire e posizioni di potere, in quasi tutte le più grosse banche a disposizione dei partiti e sottratte al controllo democratico.

La macchina fabbrica clientele predisposta ad uso e consumo dell'Ulivo si sta trasformando in un poderoso strumento di potere nelle mani del Polo, che la utilizzerà - legittimamente - al meglio, noncuranti della polemica sul conflitto di interessi del suo leader, le cui aziende non sono certo estranee ai farraginosi equilibri della finanza italiana.

Una cosa è chiara: chi ha ipocritamente difeso la Legge sulle Fondazioni, sostenendo che avrebbe consegnato nelle mani della "società civile" il patrimonio delle ex Casse di risparmio e affini, sapeva benissimo che il destino era quello attuale. I partiti non fanno altro che utilizzare il potere di nomina che, di fatto, la legge attribuisce loro.

L'unica soluzione per impedire che le Fondazioni diventino l'IRI del duemila era e resta la totale dismissione delle partecipazioni bancarie da parte delle Fondazioni. Non solo, visto che neppure la gestione con finalità no-profit dei proventi delle gestioni patrimoniali potrà sfuggire agli appetiti politici, non resta che prevedere la liquidazione delle stesse fondazioni, con la destinazione dei proventi a beneficio dei cittadini contribuenti".