DA PANNELLA SEMPRE INEZIANDO E DIVAGANDO (FORSE RADICALMENTE) NR. 4
Roma, 31 luglio 2000
Mi riferisco (oltre tutto devo farlo, anche perché "quasi tutti" non lo fanno) a qualche connotato del presente politico radicale.
Quattro giorni prima (e, per alcuni, quattro ore prima e anche dopo) l'apertura dei seggi per le elezioni regionali del 16 aprile secondo i dati e le stime dei sondaggisti e dei massimi esperti le Liste Bonino godevano di intenzioni di voto di almeno il 5% - 6%. E fra Polo e Ulivo lo score previsto era di 9 a 6 (o di 10 a 5) a favore del centro-sinistra.
Noi operavamo nella convinzione (espressa e ribadita all'inizio di marzo in due riunioni del "gruppo dirigente") che gli ultimissimi giorni della campagna avrebbero comunque (a meno che non fossimo già "sepolti" nei sondaggi) registrato un "assalto finale" di Berlusconi che ci avrebbe fatalmente portato al di sotto del 3%. A meno di prepararci ad un "contrassalto" adeguato che avrebbe portato la "forchetta" dei risultati possibili da - 3 % a + 10%.
Le cose sono andate come da noi previsto, e ritenuto assolutamente improbabile da tutti gli "esperti". Le cinque o sei parole di D'Alema - se non ci fossero state - sarebbero state facilissimamente sostituite da altro: il senso dell'impunità (realistico, oltre tutto) di Berlusconi dinanzi a qualsiasi suo comportamento, a qualsiasi inganno e menzogna pubblica, non gli avrebbe conferito che l'imbarazzo della scelta della menzogna, dell'inganno, la cui efficacia sarebbe stata ben poco legata al "valore" intrinseco dell'arma prescelta. Il problema era dunque quello, per noi, di riuscire almeno nell'ultima settimana ad esercitare il nostro diritto a confrontarci ai massimi livelli sia con il Polo sia con l'Ulivo. Anche per la stupidità ormai congenita del centro-sinistra e la viltà (quanto meno) delle autorità garanti questo non accadde; essendo lucidissimo Berlusconi: tutto, fuorché questo.
Il "fatto" D'Alema, insomma, dovuto alla sua iniziativa e non alla nostra, ha significato un trasferimento di nostri voti sul Polo del 4% (mentre già sarebbe bastato il 2%!) che ha determinato la sola sconfitta definitiva, in poche ore: la caduta del D'Alema e la disfatta dell'Ulivo.
Dunque, è assolutamente evidente che abbiamo registrato una sconfitta elettorale (in relazione alle nostre attese e a timori altrui): maturata in un paio di giorni. Ma è anche assolutamente per me evidente che il movimento radicale è stato fino alla fine in grado di rappresentare un vero "Polo" e che ciò non sia poi accaduto; ma che abbiamo operato con - per altri - allucinante lucidità perché accadesse il suo contrario. Un movimento tale non esiste nemmeno potenzialmente, nella società italiana. Questo stesso movimento che Berlusconi ha a tal punto ritenuto vitale, per i suoi interessi, colpire e - se possibile - annientare al prezzo dello scandalo referendario che potremo - se lo vogliamo e ci crediamo - fargli pagare a prezzo del suo futuro, fors'anche prossimo...
Marco Pannella
(e-mail: a.damadei@ agora.it)