Roma, 4 Agosto 2000

Comunicato del Comitato di Coordinamento dei radicali

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che istituisce il reato specifico di incendio boschivo, punibile con pene che vanno dai 6 ai 15 anni di reclusione. Fedele alla sua storia il ministro Alfonso Pecoraro Scanio confida nel Codice Penale anche per la soluzione dei problemi ambientali del nostro paese.

Consigliamo al Ministro di valutare il fatto che le zone più colpite sono proprio le cosiddette riserve naturali, i parchi o le altre zone protette, quelle, che per intenderci, sono sottoposte a vincolo ricognitivo, il che non dà diritto ad alcuna forma di indennizzo.

E' fin troppo facile dedurre che quelle zone, proprio perché private di valore economico, sono facile preda di speculatori, che servendosi a volte dell'abusivismo, altre volte degli incendi ed altre volte ancora della loro combinazione, hanno facile gioco nel ricattare i proprietari espropriati del diritto di decidere sui lori beni, alimentando in questo modo un mercato clandestino capace di offrire case a condizioni e prezzi molto competitivi.

A partire da questo, è necessario ripensare non solo questo mostro giuridico - un decreto legge per modificare il Codice Penale - ma la politica ambientale del nostro paese attraverso la reintroduzione dei beni ambientali nel mercato, con il superamento del monopolio pubblico della loro tutela, e l'affermazione del principio che un bene ha la possibilità di essere valorizzato soltanto se è proprietà di un soggetto responsabile. Che non deve essere necessariamente lo Stato.