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Partito Radicale Rinascimento - 8 agosto 2000
TMC-SEAT/TIN.IT: MA GLI IMPRENDITORI ITALIANI SI CONSIDERANO CONDANNATI ALL'ILLEGALITA'?

Dichiarazione di Marco Cappato, coordinatore dei radicali, deputato europeo della Lista Bonino:

Roma, 8 Agosto 2000

Che l'operazione TMC-SEAT/TIN.IT avvenga in violazione della legge Maccanico è cosa indiscutibile. Né è accettabile che il Governo definisca "superata" una legge che nessuno ha finora avuto la forza di modificare, contribuendo così ad aggravare - ma non ce n'era bisogno - le condizioni di incertezza del diritto che pesano sul funzionamento del mercato nel nostro Paese.

E' altrettanto indiscutibile l'urgenza di sbarazzarsi di una legislazione rigida, fatta di vincoli che - se mai hanno avuto un senso diverso da quello di definire gli equilibri tra potentati economici pubblici e privati - sono sempre più superati dall'integrazione dei mercati multimediali nell'era di internet, così come superate e generatrici di illegalità e di declino economico sono le leggi che opprimono il mercato del lavoro e la libertà di intraprendere.

Ci chiediamo però fino a quando gli imprenditori e investitori italiani - non soltanto i colossi delle grandi partite multimediali, ma anche i piccoli imprenditori e i cinque milioni di lavoratori "irregolari" - continueranno ad accettare la vera regola del capitalismo del nostro Paese, cioè la necessità di violare quotidianamente la legge per poter competere, per creare nuovi progetti imprenditoriali oppure, più semplicemente, per trovare lavoro. Ci chiediamo fino a quando si sentiranno protetti esclusivamente dai favori, dalle "concessioni" e dalle promesse dell'uno e dell'altro polo, e non riterranno opportuno e utile scegliere, almeno come aggiunta al quotidiano esercizio attivo e passivo dell'illegalità, di rafforzare la solitaria e concreta lotta dei radicali per le riforme liberiste e liberali, a partire dalla riforma del mercato del lavoro e quella per istituzioni sul modello "americano".

 
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