Dichiarazione di Paolo Pietrosanti, consigliere generale del PR:
Roma, 15 settembre 2000-"E' semplicemente indecente che Lorenzo Cherubini in arte "Jovanotti" definisca gli Stati Uniti "un paese sottosviluppato dal punto di vista dei diritti umani". Se da un lato l'esecuzione di Barnabei è un fatto atroce e ingiustificabile dall'altra la tutela dei diritti dei cittadini in America non è comparabile con quella di paesi tanto cari al ridanciano rapper italiano come Cuba dove condanne a morte vengono comminate con processi sommari e con frequenza preoccupante (per non parlare di Cina, Corea del Nord, Iran etc.). La Virginia ha compiuto una barbarie, ma la possibilità concreta di fermarla li come in tutto il mondo esiste. Anche da Jovanotti vorremmo venisse voce e iniziativa, con noi, perchè il Governo italiano e tutta l'Unione europea operino con determinazione, e non come l'anno scorso, perchè l'Assemblea Generale ONU approvi e dichiari una moratoria universale delle esecuzioni.
Sulla pena di morte si può parlare, ma anche agire e strabicamente accusare gli USA di violazione dei diritti umani: tutto ciò non aiuta certo la comprensione del problema e il processo necessario alla sua soluzione".