22 novembre 2000 pag. 3MARCO PANNELLA, LEADER DEI RADICALI, CONTRO LA DECISIONE DELL'ORDINE
"COMPLIMENTI A VITTORIO HA VINTO IL PREMIO PULITZER"
di Mattias Mainiero
Roma- Nella vita non ha nemici. Avversari sì. E tanti. Nemici no. Ma per l'Ordine dei giornalisti sembra fare un'eccezione. Radicale, libertario, referendario della prima e dell'ultima ora, Marco Pannella da quasi 30 anni porta avanti la sua battaglia. E non demorde. Nonostante gli impegni, gli acciacchi e le sconfitte. "Quell'oligarchia", dice, "va spazzata via. Avevano visto giusto Luigi Einaudi e Umberto Terracini e anche quel 75% di cittadini che votò per l'abrogazione dell'Ordine. Avevano visto giusto, soli anche in quel caso, i radicali. Bisogna abolirlo, quell'Ordine. Toglierlo di mezzo una volta per tutte".
E' a Bruxelles, Pannella, impegnato in un'importante riunione. Ha i minuti e forse i secondi contati. Ma una chiacchiera non la nega. Per il suo nemico di sempre, l'Ordine, e per la battaglia libertaria, questo e altro. Aspetti pure la riunione. Ora c'è da parlare dell'Ordine e della sua ultima decisione.
Pannella, lei ha usato parole particolarmente dure. Ha ricordato, addirittura, Cosa Nostra. Non le sembra un pò eccessivo?
"Io dico due cose. Innanzitutto che ieri Vittorio Feltri ha ricevuto il Premio Pulitzer, che gli invidio e per il quale mi felicito. L'Ordine, unanimemente, ha deciso che doveva essere il primo direttore, da 50 anni a questa parte, a dover essere radiato dalle sue liste. Un bel primato. Pensi un pò: il primo e il solo, far tutti loro, abbia violato la Costituzione repubblicana, il primo e il solo, fra tutti loro che abbia violato la legge e i diritti. In realtà, lo hanno condannato per "ben altri motivi".
Vale a dire?
"Vittorio Feltri è stato condannato per il suo anticonformismo e il suo coraggio professionale ed umano"
Questa è la prima cosa. E la seconda?
"La seconda è che, così facendo, chi ha deciso per la radiazione ha cercato di ricordare a quella Cosa Nostra che è la Repubblica italiana che esiste un'oligarchia composta dai palermitani del giornalismo, dai corleonesi della giurisdizione e dalla Stidda dell'Ordine. Hanno voluto ricordare la loro importanza e la loro funzione".
Che genere di funzione?
"Semplice. Sono un gruppo di fuoco del regime fuorilegge ed hanno sparato. Proprio come fa un gruppo di fuoco. Questa gente osa evocare la Costituzione, la legge, i diritti, la deontologia. Ed è come se questi termini fossero usati dai mafiosi per legittimare la loro Cosa Nostra e i suoi poteri . Per questo ho usato il termine Cosa nostra."
Lei, Pannella è anche giornalista...
"Certo sono diventato professionista nel 1961. Ma è praticamente dall'inizio degli anni 70 che non ho più esercitato nei termini riconosciuti dall'Ordine dei giornalisti".
In pratica, da quando ha cominciato la sua battaglia contro l'Ordine...
"Più o meno. La prima volta che abbiamo raccolto le firme era il 1972.....".
Una vita contro l'Ordine.....
"Quasi 30 anni"
Risultato?
"Il 75% degli italiani si è espresso per l'abolizione dell'Ordine".
E cosa è successo?
"Nulla. Assolutamente nulla. In quel caso non raggiungemmo il quorum. Il 75 % dei votanti non voleva l'Ordine, ma il quorum non fu raggiunto e non successe nulla. La volontà degli italiani, comunque, è evidente, gridante".
E la battaglia continua...
"Certo che continua. Noi non abbiamo mai smesso un momento. Stiamo appestando la Procura della Repubblica di Roma e le Procure di mezza Italia denunciando in sede penale per reati gravissimi lo stato maggiore della corte giornalistica italiana. Andiamo avanti".
E nel frattempo?
Nel frattempo, tanti auguri a voi di Libero. Anche voi siete avversari, ma di quelli che amo".