Dichiarazione di Emma Bonino:
Roma, 11 Gennaio 2001. "La Regione Lazio, con una maggioranza ampia e trasversale, ha approvato ieri un documento che lede i diritti delle donne.
La pillola del giorno dopo è un presidio medico di civiltà, che viene percepito dalle donne come contraccezione d'emergenza e che, soprattutto, evita drammi successivi e maggiori costi umani e sociali. Impedirne la diffusione legale significa aumentarne la diffusione clandestina e impropria. Rendere difficoltosa la sua distribuzione comporta colpire i soggetti davvero più deboli, e cioè le adolescenti. In questo senso, soprattutto nel Sud e nei piccoli centri, la necessità di presentare una ricetta medica costituisce già un problema aggiuntivo spesso insormontabile: chiediamo che questo ostacolo ipocrita venga rimosso al più presto.
Non dubitiamo che la disinvoltura morale, scientifica e politica con cui si gestiscono la libertà e responsabilità riproduttiva delle donne, sarà tenuto in conto dalle elettrici del centrodestra che hanno ben chiaro che la crociata tutta italiana contro la pillola del giorno dopo è del tutto strumentale e anacronistica (a quando un'analogo anatema contro la spirale, il cui meccanismo d'azione è analogo?). Noi vogliamo aumentare le opzioni di libertà delle donne. E non solo sulla pillola del giorno dopo, ma anche sull'aborto non chirurgico, altro presidio medico di civiltà del quale, in Europa, soltanto le italiane devono inspiegabilmente fare a meno".