Dichiarazione di Daniele Capezzone, della Direzione dei radicali:
Roma, 15 gennaio 2001 - Dopo quarantott'ore di urla poliste e di silenzi ulivisti, le ragionevoli -e per questo "scandalose"- dichiarazioni del ministro Veronesi in tema di droga hanno finalmente trovato un commento serio: quello del Presidente del Consiglio Amato, che, pur tra cautele e distinguo che sarebbe ora di superare di slancio, ha comunque riconosciuto l'inadeguatezza delle ricette repressive e proibizioniste.
Ora, mentre da destra non arriva altro se non il rumoroso e scontato proseguirsi del festival gasparriano e pedrizziano, colpisce invece, dall'altra parte, il silenzio assoluto di Francesco Rutelli.
Del resto, per il centro-sinistra, il problema, prima che politico, sembra essere di gusti: masochisticamente, da mesi, mentre tutti i sondaggi attestano la crescita di credibilità e di popolarità del Ministro della sanità e delle sue tesi laiche e antiproibizioniste, Rutelli e gli altri, anziché tenerne conto e farne tesoro, o tacciono, o si dissociano, o degradano Veronesi a "tecnico".
E' proprio sicuro Rutelli che sia utile sfidare il Polo sul terreno della "sicurezza", del "law and order"? E' proprio sicuro che non si debba, piuttosto, scommettere sulla grande maggioranza degli italiani (e anche dei cattolici italiani) che, sul terreno delle libertà, non solo non sono disponibili a fare passi indietro, ma ne vogliono fare degli altri in avanti, sul sesso, sulla droga, sull'eutanasia, sulla libertà della ricerca scientifica?
Su questo, mentre i Gasparri e i Pedrizzi strillano, e i Rutelli tacciono, i radicali continuano a parlare e a lottare. E la loro presenza nel prossimo Parlamento rappresenta l'unica polizza di assicurazione sulla vita di quella parola e di quella lotta nella politica italiana dei prossimi anni.