Dichiarazione di Daniele Capezzone, della Direzione dei radicali:
Roma, 16 gennaio 2001 - Le agenzie di stampa riferiscono, da Strasburgo, del consenso manifestato da Fausto Bertinotti per le recenti prese di posizione del ministro Veronesi in materia di droghe, e, anche, della reiterata professione di fede e di impegno antiproibizionista del leader di Rifondazione.
Bene, molto bene. Peccato che Bertinotti abbia dimenticato di ricordare un episodio centrale della legislatura che si sta per chiudere: l'invio all'ONU di Pino Arlacchi quale nuovo zar mondiale del proibizionismo, per rilanciare la politica delle intese e degli affari -in nome della repressione- con i peggiori regimi del pianeta, dalla Birmania all'Afghanistan dei Talebani.
Dov'era, cosa faceva, cosa diceva, allora, Fausto Bertinotti?
Con il suo partito, faceva parte della maggioranza parlamentare e appoggiava la compagine governativa che decisero e sostennero la candidatura di Arlacchi.
Sarebbe ora, quanto meno, che Bertinotti ne rendesse conto ai suoi elettori antiproibizionisti.