Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, deputato europeo della Lista Bonino :
Roma, 18 gennaio 2001
» La decisione dell'Autorità per le TLC di bloccare - dopo quattro mesi di colpevole latitanza - l'acquisizione di TMC da parte di Telecom/Seat avrà due effetti principali: da una parte garantirà per un altro lustro l'incontrastato predominio del duopolio televisivo Rai/Mediaset, dall'altra autorizzerà Telecom Italia a far valere il più a lungo possibile il suo status, ribadito nella decisione di ieri, di concessionaria di servizio pubblico telefonico facendo il massimo di ostruzionismo possibile contro una vera apertura del mercato della telefonia fissa. A farne le spese, naturalmente, saranno in entrambi i casi gli utenti sulle cui spalle continueranno a pesare le incrostazioni monopolistiche.
Meglio sarebbe stato vincolare il via libera all'operazione Seat/Telemontecarlo - del tutto comprensibile alla luce dei processi di concentrazione e di convergenza multimediale nel mercato globale delle TLC e utile a sbloccare il settore televisivo italiano - ad una piena liberalizzazione dell'accesso alle reti Telecom da parte della concorrenza a prezzi competitivi, ultimo miglio compreso, in modo che fossero poste le basi per la fine della posizione dominante dell'ex-Sip, e per il superamento, non solo nominale, della concessione.
Nella sua decisione l'Autorità ha rinunciato a qualsiasi ruolo propulsivo per assumere quello ieri più conveniente di surroga della Magistratura. Un giudice tutt'altro che indipendente, dal momento che, come era assolutamente prevedibile fin dal varo della legge istitutiva, ogni giorno di più l'Autorità per le Telecomunicazioni si conferma come la stanza di compensazione tra le varie istanze partitocratiche, partito Rai, Mediaset e Telecom compresi.
La politica si conferma il vero ostacolo allo sviluppo di un mercato aperto delle telecomunicazioni in Italia: a partire dalla legge 249 del 1997 voluta dalla sinistra che pur essendosi accorta quasi subito dell'errore compiuto non l'ha saputa riformare, all'incapacità di privatizzare la Rai, all'arrembaggio dell'Enel sul mercato delle TLC per finire al conflitto di interessi di Berlusconi.
Una prima mossa nella giusta direzione potrebbe essere proprio quella di abolire l'Autorità per le Telecomunicazioni. Nessuno rimpiangerebbe la decisione, che lascerebbe ad Antitrust, Ministero e Magistratura ordinaria il compito di assicurare il rispetto delle - poche - regole necessarie al buon funzionamento di un mercato aperto .
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