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Partito Radicale Rinascimento - 30 gennaio 2001
ISRAELE: IMMEDIATO INGRESSO NELL'UNIONE EUROPEA. Iniziativa dei deputati radicali al Parlamento europeo

Bruxelles, 30 gennaio 2001 - I deputati radicali al Parlamento europeo hanno avviato una raccolta di firme per impegnare l'Unione europea ad approntare immediatamente uno studio e un progetto operativo di accordo atto ad assicurare la piena partecipazione dello Stato di Israele all'Unione Europea.

Nel documento si afferma che lo Stato di Israele, isolato e indipendente, non puo' più assicurare ai propri cittadini, al Medio Oriente e al mondo mediterraneo di cui è parte, diritto e libertà nella sicurezza, propria e altrui. Così come la stessa Unione Europea non puo' illudersi di vivere e di veder vivere i propri ideali, ragioni e obiettivi costitutivi, senza la capacità di affrontare tempestivamente, straordinarie emergenze e occasioni storiche, com'è purtroppo accaduto per i tragici e previsti eventi della ex Jugoslavia.

Viene dunque chiesto un impegno straordinario a tutte le forze istituzionali e politiche europee ed israeliane perché si consultino fra di loro e consultino l'ONU, gli Stati Islamici e Arabi, gli Stati Uniti, al fine di percorrere questa possibile strada di pace, di democrazia, di grande progresso civile, economico, sociale per tutti i popoli e per il rafforzamento dei diritti civili e politici in primo luogo di tutti gli uomini e le donne del Medio Oriente e del Mediterraneo.

Appena avviata la sottoscrizione oltre ai deputati radicali Emma BONINO, Marco PANNELLA, Marco CAPPATO, Gianfranco DELL'ALBA, Benedetto DELLA VEDOVA, Olivier DUPUIS e Maurizio TURCO hanno firmato : Jas GAWRONSKI, Antonio DI PIETRO, Pietro MENNEA, Reinhold MESSNER, Franco MARINI, Enrico FERRI, Luigi COCILOVO, Paulo CASACA, Carlo FATUZZO, Francesco FIORI, Giorgio LISI, Raffaele LOMBARDO, Francesco MUSOTTO, Giuseppe NISTICO', Giuseppe PISICCHIO, Umberto SCAPAGNINI, Stefano ZAPPALA.

Quello che segue è il testo originale del documento:

Il Parlamento europeo, A. considerando che ovunque nel mondo lo sviluppo dei diritti umani, civili, economici, religiosi, politici, nazionali delle persone e dei popoli non puo' più essere adeguatamente assicurato da isolati Stati e Amministrazioni "nazionali"; B. considerando che democrazia politica, certezza del diritto e uguaglianza dei diritti dei cittadini costituiscono fondamenti e obiettivi dell'Unione Europea per sviluppare libertà, giustizia e pace al proprio interno e nel mondo; fondamenti e obiettivi propri anche ad Israele; C. considerando che una perenne condizione di guerra o di gravissime minacce per l'esistenza stessa dei suoi abitanti feriscono ormai da mezzo secolo e ipotecano costantemente lo Stato e la società israeliani, con i loro connotati civili e democratici; D. considerando che lo Stato di Israele potrebbe difficilmente, nelle condizioni attuali, continuare a percorrere la via della pace consentendo ulteriori importanti concessioni, in primo luogo ma non esclusivamente territor

iali, senza con cio' aggravare una oggettiva condizione di pericolo e di debolezza non solo per Israele ma per la stessa pace; E. considerando che lo Stato di Israele, fondato su principi e scelte costituzionali di democrazia politica e di Stato di diritto che, per l'essenziale, nelle condizioni date (malgrado vicende e limiti drammatici, malgrado gravissime difficoltà obiettive, inevitabili errori) vivono tuttora con forza e coincidono in massima parte con i principi e gli obiettivi dei Trattati, delle Dichiarazioni, Convenzioni, Carte dei diritti, proprie alle democrazie politiche ed al sistema delle Nazioni Unite, fondate sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo; 1. ribadisce che lo Stato di Israele, isolato e indipendente, non puo' più in alcun modo, se non a prezzo di immensi pericoli, assicurare ai propri cittadini, al Medio Oriente e al mondo mediterraneo di cui è parte, al mondo intero, diritto e libertà nella sicurezza, propria e altrui; 2. ribadisce parimenti che la stessa Unione Eur

opea non puo' illudersi di vivere e di veder vivere i propri ideali, ragioni e obiettivi costitutivi, senza la capacità di affrontare tempestivamente, con determinazione, rigore, urgenza straordinari, straordinarie emergenze e occasioni storiche, com'è purtroppo accaduto per i tragici e previsti eventi della ex Jugoslavia; 3. afferma che se i confini giuridici, costituzionali, politici e territoriali dello stato di Israele e della Unione Europea giungessero a costituire e rappresentare una prospettiva vicina, certa, garantita, diverrebbe possibile, ragionevole, quindi necessario, offrire alla realizzazione di una pace, forte, duratura e feconda, concessioni e rinunce altrimenti problematiche, oggettivamente pericolose, infeconde, fonte probabile di altre tragedie per tutti i popoli, gli Stati, gli individui interessati invece al trionfo di questa pace; 4. impegna i suoi organi competenti nonché la sua delegazione per i rapporti con la Knesset ad approntare immediatamente uno studio e un progetto operativo d

i accordo atto ad assicurare la piena partecipazione dello Stato di Israele all'Unione Europea; 5. rivolge un formale e pressante appello alla Commissione e al Consiglio, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, a proporre, perorare e raggiungere l'obiettivo anzidetto; 6. lancia un appello a tutte le forze istituzionali e politiche europee ed israeliane a consultarsi fra di loro e a consultare l'ONU, gli Stati Islamici e Arabi, gli Stati Uniti, al fine di percorrere questa possibile strada di pace, di democrazia, di grande progresso civile, economico, sociale per tutti i popoli e per il rafforzamento dei diritti civili e politici in primo luogo di tutti gli uomini e le donne del Medio Oriente e del Mediterraneo.

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