Comunicato del Comitato dei radicali:
Roma, 11 febbraio 2001 - Oggi (ed è la quarta volta negli ultimi due mesi) il quotidiano "La Repubblica" ha diffuso i risultati di un sondaggio, commissionato dal gruppo "L'Espresso" e realizzato dall'istituto "Eurisko", relativo alle preferenze degli elettori per i vari schieramenti e per i vari leader politici. Nel primo caso, non vi è -né vi è mai stata- nessuna menzione della Lista Bonino; nel secondo, non vi è -né vi è mai stata- nessuna menzione di Emma Bonino.
Ancora: questa settimana, il periodico "Diario", diretto da Enrico Deaglio, ha pubblicato un sondaggio della SWG sul cosiddetto "voto di coalizione": nella grafica della pagina, sono indicati Berlusconi, Rutelli, Di Pietro e non meglio precisati "altri". Nel corpo dell'articolo, si apprende poi che fra questi "altri" sarebbero ricompresi (senza che sia indicata alcuna cifra sul rispettivo peso elettorale) D'Antoni, Rauti e la Lista Bonino. Ovviamente, non è dato sapere quale sia la logica per cui la Lista Bonino non abbia meritato una indicazione grafica autonoma.
Non basta. Almeno per due volte negli ultimi mesi, il settimanale "Panorama" ha pubblicato i risultati di sondaggi realizzati dall'istituto "Datamedia", che ricomprende sempre nelle sue rilevazioni anche i dati relativi alla Lista Bonino. Ma questi dati i lettori di "Panorama" non hanno mai potuto conoscerli.
Infine: già da due settimane, "Il Corriere della Sera", con i dati dell'ISPO di Renato Mannheimer, dà conto delle preferenze delle varie categorie professionali nei confronti dei diversi schieramenti. E, anche in questo caso, i radicali sono fatti fuori.
Insomma, in alcuni casi i sondaggi sono stati realizzati senza che agli interpellati fosse nemmeno prospettata la possibilità di esprimere il proprio gradimento per i radicali; in altri, invece, questa ipotesi era ricompresa nelle rilevazioni ma è stata fatta saltare dalle sintesi pubblicate dai vari giornali.
Nell'uno e nell'altro caso, però, una cosa è chiara: ci troviamo dinanzi a due diverse forme di lesione dell'identità e dell'immagine di un soggetto politico, realizzata attraverso l'abrogazione, l'eliminazione secca, per il lettore-elettore, perfino della mera nozione della esistenza dei radicali, che sarà o sarebbe recuperata -la previsione non è certo difficile- se e quando i sondaggi dovessero invece registrarne un crollo.
Con riferimento a queste circostanze, i radicali hanno già dato mandato ai propri legali di accertare i fatti e di assumere le necessarie, obbligate iniziative giudiziarie.
La prima, in sede civile, a tutela, appunto, dell'identità e dell'immagine della Lista Bonino.
La seconda, in sede penale, per denunciare questi ennesimi episodi di attentato ai diritti civili e politici dei cittadini.
La terza, se i fatti confermeranno la responsabilità di chi ha realizzato i sondaggi, per denunciare gli istituti di rilevazione e di ricerca interessati presso le sedi deputate a verificare anche sul piano deontologico la correttezza del loro operato.