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Partito Radicale Rinascimento - 13 febbraio 2001
BIOTECH. LETTERA APERTA DI EMMA BONINO A SCIENZIATI E RICERCATORI.
"UN POSTO IN PRIMA LINEA PER LA LIBERTA' DELLA SCIENZA. CON LUCA COSCIONI"

Roma, 13 febbraio 2001 - Questa mattina, il quotidiano "Il Foglio" pubblica una lettera aperta di Emma Bonino ai 1500 scienziati e ricercatori firmatari dell'appello per la libertà della ricerca scientifica:

"Care amiche, cari amici,

questa mattina vi ritroverete, ci ritroveremo a San Macuto per decidere insieme cosa dire e cosa fare rispetto all'oscurantismo, all'integralismo di chi ha di fatto deciso il blocco degli studi sugli organismi geneticamente modificati in campo agroalimentare e biomedico. A San Macuto -occorrerà pure ricordarlo- c'era l'Inquisizione, e proprio a San Macuto fu processato Galileo per la sua "insistenza" sull'"eppur si muove". Insisterete, insisteremo anche noi.

Desidero, intanto, rallegrarmi per questa volontà di "insistere". Troppo spesso, in questi decenni, abbiamo assistito al divorzio tra cultura e politica, e ne paghiamo, ora, quanto caro, il prezzo. La politica o è cultura, o non è; e la cultura, se non è -anche- politica, diviene torre d'avorio, e torre fragile, torre di gesso. Lo avete, lo abbiamo riscoperto insieme: e non a caso -starei per dire: per legittima difesa- siete stati letteralmente costretti ad impegnarvi in modo personale e diretto contro questa sciagurata decisione governativa.

Prima ancora di passare al merito della questione, dirò subito che una cosa, più di altre, non mi è piaciuta in questi giorni: ho letto e sentito -e non mi sono ancora giunte smentite- di un autorevole membro del Governo che, scorrendo le firme apposte in calce al vostro appello, si è chiesto quanti, fra di voi, abbiano firmato "con cognizione di causa", e "cosa ci sia dietro" questa vostra iniziativa. In altre parole, mentre con una mano vi si impedisce di operare per il bene comune, con l'altra vi si addita, se per caso osate protestare, come oggetto (nella migliore delle ipotesi) di una sorta di "circonvenzione di incapaci", ordita, presumo, dalle solite, "perfide" multinazionali. E' francamente troppo, anche da parte di un ministro verde, e verde italiano.

Quanto al merito, non ho "tappeti da vendere", come si dice, o, peggio, si fa. Il caso fa bene le cose: proprio oggi, il Parlamento europeo discuterà della proposta di direttiva sulla "disseminazione volontaria nell'ambiente degli ogm" presentata al tempo della Commissione Santer, quando ero Commissaria ai consumatori. E', molto semplicemente, una direttiva liberale: che governa e non vieta, che pone regole ma non blocca, che non traduce -come si è fatto e si fa in Italia- il "principio di precauzione" in "principio di proibizione". La rivendico (in attesa delle proposte della nuova Commissione su etichettatura e tracciabilità), e preannuncio che, nei prossimi giorni, depositerò presso la Corte di Cassazione un progetto di legge di iniziativa popolare su questa materia ispirato proprio alle linee-guida di quel documento di tre anni fa.

Ma, come ben sapete, i problemi -e i divieti- non si limitano certo al settore dell'agrobiotecnologico. In base al rapporto Dulbecco sulle cellule staminali, sono ben 10 milioni gli italiani affetti da malattie come il Parkinson, l'Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica, l'atrofia muscolare spinale, le lesioni traumatiche del midollo spinale, alcuni tipi di cancro, il diabete, che potrebbero guarire se curati con terapie fondate su tali cellule. Bene (anzi, malissimo): contrariamente a quanto è avvenuto o sta avvenendo in gran parte del mondo occidentale (dagli Stati Uniti all'Inghilterra, dalla Francia alla Germania, dalla Svezia alla cattolicissima Spagna), oggi, in Italia, la ricerca scientifica sulle cellule embrionali è vietata, proibita, per volontà unanime di Amato, Berlusconi, Rutelli e di tutti i partiti del centrosinistra e del centrodestra, genuflessi e obbedienti alle burocrazie vaticane.

Esattamente per queste ragioni, ha scelto di salire -ripeto: salire- in campo un giovane ricercatore universitario, Luca Coscioni, accettando di guidare le liste Emma Bonino per le prossime elezioni politiche, e di precedere in lista Marco Pannella, come già accadde con Leonardo Sciascia ed Enzo Tortora. Ciò che rende eccezionale, esemplare, il suo gesto è il fatto che Luca è affetto da sclerosi laterale amiotrofica, ed è condannato da anni all'immobilità pressoché completa, potendo comunicare con il mondo solo grazie ad un computer e ad un sintetizzatore elettronico. Proprio nella convinzione che lo sviluppo delle ricerca sulle cellule staminali embrionali possa salvare o aiutare migliaia di altri malati in condizioni analoghe alla sua, Luca ha deciso di assumere l'impegno per la libertà di ricerca in prima persona. Sicuramente con difficoltà, fatiche e rischi del tutto particolari e singolari.

Forte della decisione di Luca, io mi sento di chiedere a voi, a tutti e a ciascuno, di prendere seriamente in considerazione la possibilità di candidarvi nelle liste Emma Bonino. Non è -evidentemente- l'impegno, o la promessa, di una collocazione parlamentare. E' solo l'offerta di un posto in prima linea nella urgentissima lotta per la libertà della scienza. Esemplarmente, a fianco di Luca. Attenderò le vostre risposte con speranza e fiducia".

 
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