Oggi dibattito surreale in Vigilanza. Piuttosto (e senza perdere un minuto, come chiede Francesco Storace) la Commissione discuta del caso radicale, cioè del caso Italia.Dichiarazione di Daniele Capezzone, della direzione dei radicali:
Roma, 13 febbraio 2001 - "L'esibizione degli "Articolo 31" a "Domenica in" ha scatenato una tempesta in un bicchiere d'acqua, anche se, visto il livello della polemica, sarebbe forse più opportuno parlare di tempesta in un bicchiere di vino.
Si parla, a destra e a manca, di fatto scandaloso. Ma cosa è accaduto? E' semplicemente accaduto che i due cantanti hanno eseguito un brano del loro repertorio ben noto -mi pare- da circa 7 anni, e già in passato oggetto di censure tanto stupide quanto odiose.
Ben altro è davvero scandaloso.
Primo: che, su indicazione o intimazione, pare, dello stesso Direttore di Rai1, il conduttore abbia impapocchiato, in diretta, delle scuse "a nome suo e della Rai". Dunque la Rai ha una posizione ufficialmente proibizionista in materia di droghe? Chi l'ha decisa? Rientra nei compiti del servizio pubblico? E' competenza del Consiglio di amministrazione o di Carlo Conti e Iva Zanicchi?
Secondo: che il Presidente della Commissione di vigilanza abbia pubblicamente chiesto di "fare più attenzione in futuro anche alla selezione degli invitati" ("facendoli partecipare a 'Domenica in' -avrebbe aggiunto- ci si è esposti al rischio di messaggi pirata. Un po' come lasciare aperto un microfono e permettere a chi passa di dire quel che vuole"). Cosa vorrebbe dunque l'onorevole Landolfi? Censura preventiva sulla base delle tesi che l'ospite presumibilmente esprimerà? Fine delle trasmissioni in diretta per consentire un'"adeguata" opera di "selezione" e "montaggio" delle registrazioni? C'è da augurarsi che gli organi di informazione abbiano tradito il suo pensiero.
Terzo: la gigantesca operazione ipocrita e diversiva in corso da parte dei due Poli, e in particolare, in questo caso, della cosiddetta Casa delle libertà. Dunque, i guasti della Rai, ciò per cui non bisogna pagare il canone, sono le provocazioni di Luttazzi o i rap degli Articolo 31? Non -per caso- la quotidiana messa a morte del diritto dei cittadini ad essere informati realizzata (in modo pulito e asettico: senza escrementi e senza marijuana) da Vespa, Santoro e Biagi?
E non è un caso se, contrariamente a quanto richiesto da Francesco Storace, che ha invitato tutti a "non perdere neppure un minuto", oggi, in una seduta surreale, l'Ufficio di Presidenza della Commissione di vigilanza non si occuperà del caso radicale, cioè del caso Italia, del caso democrazia, ma, appunto, degli Articolo 31. Ci saremo, per dire alla Vigilanza, alla Rai, ai Poli, che scandalosi sono loro, non altri".