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Partito Radicale Rinascimento - 21 febbraio 2001
Emma Bonino sullo scandalo Telecom-Serbia: "La lezione ricevuta nei Balcani serva a fermare i flirt dell'Italia con l'Iran degli ayatollah e la Libia di Gheddafi"

"La diplomazia italiana, tradizionalmente priva di originalità in seno all'alleanza atlantica e nell'ambito comunitario europeo, si fa notare nel mondo" ha detto Emma Bonino a Radio Radicale, commentando lo scandalo Telecom-Serbia, "solo per la sua propensione a dialogare e fare affari con alcuni fra i regimi più detestabili della nostra epoca".

Ha detto ancora Emma Bonino:

C'é voluto lo scandalo Telecom-Serbia per dare finalmente ragione a chi, come noi radicali, ha denunciato per anni il patto scellerato (e miope) contratto dall'Italia con il dittatore Milosevic già in declino.

C'é da sperare che questa durissima lezione impartita alla nostra diplomazia nei Balcani serva almeno ad aprire gli occhi degli italiani sui lavori ancora in corso della velleitaria "Realpolitik all'italiana". Mi riferisco in primo luogo all'intenso corteggiamento diplomatico ed economico che le nostre autorità conducono nei confronti del regime clericale islamico al potere in Iran e della dittatura militare che da oltre trent'anni Gheddafi impone alla Libia.

In Iran, dove si accinge ad andare il Presidente del Consiglio Giuliano Amato (preceduto una delegazione di 120 imprenditori italiani), rischiamo di dare una mano alla corrente integralista degli ayatollah più intransigenti, che stanno soffocando l'ala riformista impersonata dal presidente Khatami.

In Libia continuano gli inopinati pellegrinaggi alla corte di Gheddafi di politici italiani di ogni tendenza, da Francesco Cossiga a Giulio Andreotti, passando per Massimo D'Alema. Gli italiani avrebbero il diritto di sapere a che cosa siano serviti questi viaggi a Tripoli, quale fascino eserciti sulla classe politica italiana un regime come quello libico che - oltre a incarnare la più vecchia dittatura al potere nel Mediterraneo - é stato implicitamente accusato di correità con il terrorismo internazionale dalla recente sentenza emessa in Olanda contro gli imputati per la strage di Lockerbie.

E' desolante constatare come i partiti italiani, di maggioranza e di opposizione, si astengano - persino in campagna elettorale - da qualsiasi richiamo a una diplomazia ancorata ai valori dello Stato di diritto e ai principi ispiratori della Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo. Continueremo a farlo noi radicali, soprattutto attraverso il Partito Radicale Transnazionale, denunciando i regimi nemici della libertà. Continueremo a farlo anche quando, come é già capitato in occasione delle accuse infamanti rivolteci dalla Russia alle Nazioni Unite, siamo costretti a difenderci in seno alle organizzazioni internazionali nel più totale disinteresse della diplomazia italiana.

Roma, 21 febbraio '01

 
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