Dichiarazione di Emma Bonino:
Roma, 27 febbraio 2001 - Dinanzi a fenomeni sociali come la crisi di un matrimonio, un'interruzione di gravidanza, la droga, due sono gli atteggiamenti possibili. Il primo è quello della tradizione Fanfani-Almirante, in cui oggi Silvio Berlusconi sembra volersi autorevolmente inserire: proibizione, e conseguente moltiplicazione e aggravamento del flagello. Il secondo è quello radicale, che la maggioranza assoluta degli italiani -e, lo rivendico, dei cattolici italiani- ha ripetutamente scelto: legalizzare, regolamentare, controllare, governare responsabilmente.
Grazie alla legalizzazione, è stata sconfitta la piaga dell'aborto clandestino: e il problema dell'aborto sarebbe oggi definitivamente risolto se solo si potesse parlare liberamente di contraccezione, se ancora non vi fossero vincoli sulla pillola del giorno dopo, e se -come non accade in nessun altro paese d'Europa- non fosse di fatto inibita, in Italia, la circolazione della RU486. Quanto alla legge sull'aborto, se va rivista (e va rivista, come noi abbiamo ripetutamente richiesto), deve essere modificata nelle parti che impongono al medico e alla donna l'umiliazione di dichiarazioni false, e in quelle che impediscono di praticare l'interruzione di gravidanza anche nelle strutture private.
In ogni caso, mi batterò, ci batteremo perché Berlusconi e gli altri la smettano di armare nuove crociate, e di trattare le donne italiane come se fossero donne vaticane.
Occorre, semmai, che nuove libertà e nuovi diritti siano conquistati: intanto, il diritto ad una morte dignitosa, con l'eutanasia, e senza sofferenze atroci, per coloro a cui non può essere sufficiente il ricorso alla terapia del dolore; e, ancora, la possibilità di portare avanti la ricerca sulle cellule staminali embrionali, per dare una speranza di cura e di vita ai 10 milioni di persone affette da Alzheimer, Parkinson, diabete, atrofia muscolare spinale, svariate forme di cancro, che sono oggi condannate dai veti delle burocrazie vaticane, subiti da una politica riverente e genuflessa, a destra come a sinistra.
E' la battaglia mia, di Marco Pannella, di Luca Coscioni, dei radicali tutti. So, sappiamo, che, in una battaglia leale e in campo aperto, gli italiani, e innanzitutto i cattolici italiani, starebbero, staranno dalla nostra parte -che è la loro-, contro ogni deriva disumana e intollerante.