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Partito Radicale Rinascimento - 3 marzo 2001
RADICALI. GAETANO DENTAMARO GIUNTO AL 18 GIORNO DI DIGIUNO DI DIALOGO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
Su HYPERLINK http://www.radicali.it www.radicali.it il testo delle cinque lettere ("e-pistòle") a Ciampi

Comunicato del Comitato dei radicali:

Roma, 3 marzo 2001 - Gaetano Dentamaro, militante radicale, membro del Comitato dei radicali, è in digiuno di dialogo nei confronti del Presidente della Repubblica da 18 giorni.

A Ciampi, Dentamaro ha deciso di inviare, a partire dal 25 febbraio scorso, una lettera, una epistola (o, come scrive Dentamaro, una "e-pistòla") al giorno, per spiegargli le ragioni della sua iniziativa.

I testi delle cinque e-pistòle (così come delle lettere inviate da Dentamaro per un verso a Fausto Bertinotti, e per altro verso a Marco Taradash e Peppino Calderisi, a seguito del preannuncio delle loro iniziative di "sciopero della fame") sono integralmente disponibili sul sito Internet HYPERLINK http://www.radicali.it www.radicali.it .

Quello che segue è il testo della prima lettera inviata al Presidente della Repubblica:

"Signor Presidente della Repubblica, da 12 giorni ho intrapreso un'azione nonviolenta di digiuno per la legalità e l'informazione, in esecuzione di quanto anche da me affermato e sottoscritto, il 4 febbraio scorso, nella "Dichiarazione di membri del Comitato dei radicali", di cui mi onoro di fare parte; Dichiarazione che Le allego in chiusura di questa epistola. Signor Presidente, Perché Lei possa comprendere le ragioni di questa mia mancanza d'appetito, penso che la cosa migliore sia di raccontarLe tutta la vicenda, per filo e per segno... Se avrà tempo e pazienza, soprattutto di sopportare che io cerchi di rivolgermi a Lei più come al buon padre di famiglia che come ad un simulacro del potere, si renderà conto che questa mia non vuole essere e non è un'azione distruttiva e suicida, piuttosto la ricerca, da parte di un padre di famiglia, del come procurare al suo cucciolo non solo il pane di grano, ma anche quello della conoscenza, e, forse, della verità. Con un sorriso, Signor Presidente. Signor President

e, l'Italia può, deve tornare ad essere uno Stato di diritto. Può, deve cessare lo scandalo di un'Italia dove è perpetrato, e non perseguito, il reato aggravato e continuato di attentato ai diritti politici del cittadino. Mio figlio ha il diritto di crescere in un paese che non venga più condannato, per denegata giustizia,400 volte all'anno dall'Alta Corte di Strasburgo. Noi - anche noi radicali - abbiamo il diritto di vivere in un paese libero, democratico, "liberale", se possibile. Abbiamo i diritti che la Costituzione afferma e riconosce a ciascun cittadino. Abbiamo il diritto di conoscere per deliberare. Lo avremo perso definitivamente solo quando ci saremo rassegnati a non rivendicarlo. Mi impegno a scriverLe, da oggi, una volta al giorno, di modo che Lei potrà, se lo vorrà anche la Sua segreteria, dedicarmi almeno un minuto. Signor Presidente, Le voglio bene. A domani".

 
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