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Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 6 marzo 2001
PANNELLA - LIBERAZIONE

6 MARZO 2001 LIBERAZIONE PAG. 6

A COLLOQUIO CON IL LEADER RADICALE MARCO PANNELLA

"E' TUTTA COLPA DEL MATTARELLUM"

LE LISTE CIVETTA SONO UNA SCHIFEZZA MA CIAMPI UNA BRAVA PERSONA MA

Intervistare Marco Pannella -o anche discutere con lui- non è impresa agevole: il leader radicale non ha solo una personalità assai spiccata, ha un temperamento notoriamente "fluviale". Non si sottrae - questo no - alle domande, o ai tentativi di incalzarlo: piuttosto, replica sempre in termini tutti "suoi", politici o personali che siano, scartando continuamente di dimensione, buttando in campo il suo inconfondibile e colorito linguaggio e finendo per lo più col "dimostrare" la fondatezza delle sue ragioni, attuali e storiche. Anche in questa conversazione è andata così: "certo che le liste civetta fanno schifo" ammette il leader radicale. Che però a questa ammissione arriva al termine di un acceso scambio di idee, tra condanne "severe" (del mattarellum, dello scorporo, del comportamento del Presidente Ciampi), sottili disquisizioni giuridico-formali, inizi di proclami. Alla domanda che alla fine gli impongo, "le forze politiche che non aderiscono ad una coalizione debbono o no, secondo te, avere una rappr

esentanza parlamentare pari al consenso che ottengono?", risponde un po' offeso: "Quesito ridondante, anzi un po' ridicolo" - mi spiega- per i radicali, oggi, a quanto sembra, equamente distanti tra i due Poli e molto polemici con il Cavalier Berlusconi. Diciamo la verità: anche se si è lontanissimi da lui, quali noi siamo, anche se sulle questioni cruciali - la guerra, il liberismo, il ruolo dei partiti, il sistema elettorale- siamo, all'incirca, agli antipodi, Pannella non si lascia facilmente etichettare nelle logiche di schieramento: o meglio, tende a sottrarsene con la velocità di un'anguilla, e con la perizia di un acrobata ormai molto esperto. Del resto, questa "duttilità" tattica non è in Pannella una virtù più di tanto separata: se è vero che ha speso la sua vita nella difesa strenua (e coerentissima, tra mille incoerenze) di una "missione", la sua e quella dei radicali italiani. Una pattuglia di "estremisti laici" della causa dell'Occidente (comprese alcune delle sue cause peggiori), che hanno spes

so saputo impartire a tutti molte lezioni di fantasia, di uso accorto del sistema dell'informazione e, talora, anche di militanza.

"Arrivate in ritardo"

Ricominciamo, dunque, dalla questione che più oggi ci sta a cuore: Ciampi si è finalmente pronunciato contro le liste civetta, mentre Fausto Bartinotti ha cominciato lo sciopero della fame di Rifondazione comunista. Che ne pensa Pannella? Ne pensa male. "Tutti arrivano con anni e decenni di ritardo. Noi radicali siamo stati gli unici a batterci contro il Mattarellum, lo scorporo e le liste civetta: anzi, abbiamo spiegato fin da allora che la conseguenza ovvia di questo meccanismo elettorale erano proprio le liste civetta. A riprova che si tratta non di un vero maggioritario, ma di un proporzionale mascherato". A parte i dati storici (anche Rifondazione comunista fu contro questa legge, per ragioni simmetriche e opposte a quelle radicali), insisto: non si tratta oggi di garantire il rispetto di una regola essenziale per la democrazia? " Guarda, noi siamo legalitari rigorosamente legalitari Ciò che la legge non vieta espressamente, è permesso. E non è vero che siamo in uno Stato privo di regole: abbiamo 220

mila leggi, mi pare, e circa il triplo delle interpretazioni. Insomma, le liste civetta non sono illegali: certo che sono una schifezza, ma non costuiscono una violazione della legalità. Anzi, sono la logica conseguenza dello scorporo". Vedete bene che cosa significa intervistare Pannella: prima ti impartisce una lezione di diritto, poi ti critica se tenti, diciamo così, una "incursione" in un campo che lui considera per te improprio: in questo, manifesta una rigidità singolare, una sorta di assolutismo teorico. "Voi non potete farvi interpreti dello esprit des lois, come se foste liberali ". Resisto alla tentazione di lanciarmi in una dissertazione sui rapporti tra Montesquieu, l'illuminismo, Rousseau e Marx, e cerco di tornare alla questione politica".

I silenzi del presidente

Perché Marco Pannella ce l'ha con Ciampi? "Un galantuomo, per carità. Una bravissima persona. Come quelli di Novi Ligure, dove fanno la Comunione tutti i giorni e poi Non mi piacciono le brave persone. E poi: Ciampi parla tutti i giorni, di storia e di politica. Riabilita perfino Casa Savoia. Perché non ci risponde?". Il succo è che ci sono alcuni esponenti radicali in sciopero della fame da alcuni giorni, e il Presidente non mostra alcun segno di ricezione. Per Bertinotti, invece, il Quirinale si è scomodato prima ancora che il segretario del Prc iniziasse il suo digiuno di protesta. Non ti sembra che questo sia un fatto rilevante, dal punto di vista politico? Anche questo può apparire un interrogativo provocatorio. Al di là di tutto, Pannella si dimostra custode assai geloso di uno strumento di lotta come lo sciopero della fame: sembra quasi un Otello. "Non lo si può fare come un partito, col polit-buro che si alterna a ore e giorni determinati: cambia natura. Non lo si può fare come lo hanno fatto gli ir

landesi: a suo tempo, ho avuto modo di dire che quello è il ricatto estremo di chi non ha più che il proprio corpo e lo usa come un'arma contro gli altri. Non si può fare lo sciopero della fame se non si è militanti nonviolenti". Insomma, lo sciopero della fame lo possono fare solo i radicali? "Io ne ho fatti moltissimi, fino allo sciopero più forte di tutti, quello della sete. Ma non ho mai scioperato altro che per far applicare la lettera della legge ". Appunto: che cosa è lo sciopero di Rifondazione comunista se non una protesta tesa all'applicazione corretta di una legge, non della sua letteralità formale, ma della sua sostanza?

Il ruolo di Radio Radicale

Anche questa discussione potrebbe andare avanti all'infinito: tra liberal-liberisti estremisti e comunisti marxiani appassionati la discussione è difficile ma sicuramente divertente. Finiamo con uno scambio di idee su Radio Radicale. Dice Pannella: "Vi abbiamo messo a disposizione l'unico organo di massa di cui disponete: trasmettiamo tutti i comizi di Bertinotti e di Rifondazione comunista, che pure accede alla Tv e all'establishment mediatico infinitamente più di noi". Replico che questa gentile messa a disposizione è pagata - salata- dallo Stato, cioè dalla collettività, attraverso quel finanziamento pubblico ai giornali ( e ai partiti) che noi consideriamo importante strumento democratico, ma contro il quale i radicali si scagliano ogni giorno. "Questa è una bugia, una falsità" ribatte Marco Pannella. Il finanziamento pubblico, così capisco, copre a stento le trasmissioni in convenzione: il resto non c'entra. Ecco un altro bel esempio di formalismo così capzioso che non ci cascherebbe neanche un bambino.

Del resto, i meriti di Radio Radicale sono evidenti: ma perché insistere con questa veemenza su una tesi così incredibile? Perché Pannella e i radicali, senza togliersi gloria alcuna, non potrebbero dire, almeno una volta: pubblico è bello?

Rina Gagliardi

 
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