"E' avvilente e insieme inaccettabile che i temi portanti della nostra iniziativa politica - le battaglie per la libertà di ricerca scientifica e contro tutti gli integralismi - siano oggetto di una predica televisiva rozza e fuorviante come quella che Adriano Celentano ha riversato su dieci milioni di italiani, a due settimane dal 13 maggio, senza contraddittorio.
Lascio il giudizio sullo spettacolo di Celentano ai critici televisivi. Ma da rappresentante di una forza politica laica e liberale che proprio sulle questioni banalizzate da Celentano stenta a suscitare un dibattito politico serio - per i lacci della par condicio e per la determinazione di entrambi i Poli a evitare temi e problemi che possano mettere in imbarazzo il Vaticano - io credo che la Rai debba scusarsi per l'offesa che le volgarità che le sciocchezze di Celentano costituiscono nei riguardi di molti milioni di italiani. E credo anche che il Presidente Ciampi non possa assistere in silenzio a questa irruzione premeditata nella campagna elettorale.
La bioetica, i confini della ricerca scientifica, la sacralità della vita e il diritto a una morte degna, l'irrinunciabile laicità dello Stato: sono temi che impegnano politici, scienziati, filosofi e teologi del mondo intero. E' davvero sconcertante che la rappresentazione di un dibattito di questa portata venga affidata al vaniloquio di uno showman incapace di rispettare le angosce, le sofferenze e la morte del suo prossimo. E per di più in assenza di interlocutori qualificati e responsabili in grado di segnalare i suoi spropositi.
Tutto questo è l'ennesima prova che la politica e la comunicazione radio-televisiva italiane sono, come noi diciamo da tempo, gravemente ammalate. Fino a quando, Presidente Ciampi, si abuserà della pazienza dei cittadini?"
Milano, 27 Aprile '01