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Agora' Agora - 17 agosto 1988
SOFRI: COME POSSONO ESSERE INQUINATE PROVE GIA' RACCOLTE? E SE SONO DA RACCOGLIERE, DOVE STA LA PROVA DELLA RESPONSABILITA'?
UN GIUDICE NON DOVREBBE MAI COMPORTARSI COME UNA PARTE, SOPRATTUTTO QUANDO DECIDE DELLA LIBERTA' DELLE PERSONE.

DICHIARAZIONE DEL SENATORE FEDERALISTA EUROPEO GIANFRANCO SPADACCIA SULLA MANCATA CONCESSIONE DELLA LIBERTA' AGLI EX DI LOTTA CONTINUA.

Roma, 17 agosto - N.R. - Il senatore Federalista Europeo Gianfranco Spadaccia è oggi intervenuto sul caso Sofri con una dichiarazione che esprime timori e interrogativi sull'ordinanza del giudice istruttore Antonio Lombardi con cui sono stati negati la scarcerazione e gli arresti domiciliari a Sofri, Pietrostefani e Bompressi.

Riportiamo di seguito il testo della dichiarazione.

"Non dispongo del testo dell'ordinanza con cui il giudice istruttore ha respinto la richiesta di scarcerazione per Sofri, Pietrostefani e Bompressi, ma dalle sintesi giornalistiche risulta la sua assoluta convinzione che esista, chiaramente provata, una responsabilità dei tre nell'omicidio Calabresi. Se è cosi' io mi auguro che egli voglia contestarla subito, questa prova, agli imputati e farne al più presto la base di una sentenza di rinvio a giudizio che consenta il rapido svolgimento di un giusto processo.

Avevo dichiarato di voler avere fiducia nei giudici. Meriterebbero in ogni caso fiducia giudici che, con trasparenza e rapidità, operassero con l'intenzione di evitare, non solo agli imputati, ma anche al paese il trauma di un nuovo "processo 7 aprile", per non parlare di un nuovo "caso Tortora".

Comincio però a temere che non sarà così. L'affermazione categorica di una "prova di responsabilità" è contraddetta, stando alle stesse sintesi giornalistiche, dal timore di un "inquinamento delle prove": di quelle già raccolte, e di quelle ancora da raccogliere. Ma se sono già raccolte come possono essere inquinate? E se sono da raccogliere, dove sta la prova della responsabilità?

Rafforza questi miei timori un certo tono di risentimento, di polemica e persino di ritorsione che sembra ispirare l'ordinanza nei confronti di quanti hanno levato la loro voce in difesa degli imputati (e ai quali neppure tanto velatamente si fa risalire la responsabilità delle minacce pervenute alla vedova Calabresi o ai familiari di Marino) o nei confronti dei parlamentari che li hanno visitati.

Un giudice, anche un giudice istruttore, non dovrebbe mai comportarsi come una parte, soprattutto quando decide della libertà delle persone."

 
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