Pescara, 24 agosto - N.R. - La protesta dei detenuti nel carcere di Pescara continua. Dopo aver ricevuto 40 telegrammi in cui i detenuti stessi chiedevano l'intervento del PR, una delegazione radicale, composta da Emilio Vesce, Franco Corleone, Silvio Giampietro, Riccardo Chiavaroli, si è recata questa mattina al carcere "San Donato" di Pescara per ascoltare i detenuti.
Dopo la visita Emilio Vesce e Franco Corleone hanno così dichiarato: "Le giuste ragioni dei detenuti di Pescara che in 74 stanno facendo lo sciopero della fame da lunedì, assumendo soltanto liquidi e caffè, non sono diverse da quelle di tanti altri detenuti che in Italia lamentano l'inadeguatezza della legge Gozzini ai problemi complessi del carcere. In particolare nell'incontro avuto questa mattina con circa 60 detenuti, abbiamo rilevato che il tribunale di sorveglianza non è in grado di rispondere alle richieste che riguardano i benefici della legge. I detenuti di Pescara protestano perché in agosto non sono stati concessi i permessi, perché le camere di consiglio si fanno con enormi ritardi, perché i detenuti stranieri non possono godere degli stessi diritti dei detenuti italiani. Abbiamo parlato con i magistrati di sorveglianza che ci hanno prospettato una serie di dati dai quali si capisce che a Pescara si danno più o meno gli stessi permessi che si danno nelle altre carceri. Ciò a conferma che nell'ins
ieme la legge Gozzini è applicata al minimo anche a Pescara. La protesta di Pescara ha un suo valore forte proprio perché pone all'attenzione dell'opinione pubblica un problema elementare: le leggi, oltre ad essere votate in Parlamento, devono essere dotate degli strumenti di applicazione. Ciò non avviene con la legge Gozzini, aggravato dal fatto che molti pregiudizi emergenziali rendono questa norma avanzata solo a parole."