Roma, 2 settembre - N.R. - "Quello che è mio è tuo, quello che è tuo è tuo. Questo potrebbe essere lo slogan con il quale i comuni del Lazio hanno affrontato il problema dei rifiuti" ha dichiarato Primo Mastrantoni, consigliere regionale Verde e Presidente della Commissione Urbanistica e Assetto del territorio.
"La legge e il relativo piano -prosegue Mastrantoni- furono approvati dal consiglio regionale nel dicembre '86, e prevedeva la costituzione di 16 bacini di utenza con relative stazioni di compattazione, trasferimento e trattamento. I comuni intorno ai bacini, entro 90 giorni dall'entrata in vigore delle disposizioni avrebbero dovuto individuare i siti di localizzazione degli impianti. E' inutile ricordare che la stragrande maggioranza dei comuni si guardano bene dal farlo. Ora il Ministro Ruffolo ha dichiarato guerra ai rifiuti ed ha varato un decreto in cui si fa obbligo alle Regioni di indicare i siti per le piattaforme polifunzionali. La Regione Lazio da questo punto di vista è in regola ma il problema come già detto riguarda i comuni laziali."
Si impone quanto prima agli amministratori locali la necessità di governare il proprio territorio e considerare che i rifiuti, che tutti producono, in qualche posto dovranno finire. Certo è necessario adottare tutte le garanzie per le quali lo smaltimento avvenga nel rigoroso rispetto della legge e nelle minori condizioni di impatto ambientale. Ma è indispensabile che i sindaci imparino ad amministrare il territorio indicando le soluzioni anche i problemi meno graditi e più difficili."