ROMA, 3 settembre - "Un altro carrozzone, l'ennesima struttura di lotta alla mafia che si aggiungerà alle troppe già esistenti per aumentare inefficienze, interferenze, pericolosi sconfinamenti di competenze con la prevedibile conseguenza di scatenare le invidie tra i vari corpi. Insomma si ripeterà ancora una volta lo spettacolo indecoroso di questi anni.
Ma la vera novità di questo disegno governativo è l'avere, per la prima volta, travalicato i limiti della Costituzione.
Dobbiamo dirlo chiaramente. Quanto si propone è fuori dalla Costituzione e, se approvato, rappresenterà un pericoloso precedente nella creazione di un centro di poteri ECCEZIONALI.
Quanto è stato proposto contrasta con l'articolo 109 della Costituzione il quale indica nell'autorità giudiziaria l'unica autorizzata a disporre direttamente della polizia giudiziaria.
Il potere di ordinare ispezioni ed intercettazioni telefoniche e di interrogare chiunque , attribuito all'alto commissario, è riconosciuto dalla Costituzione, all'art. 13, solo all'AUTORITA' GIUDIZIARIA, per di più ad ogni magistrato solo nell'ambito della sua competenza per territorio, con atto motivato e nei soli modi previsti dalla legge.
Per di più le limitazioni alla segretezza delle comunicazioni sono ammesse dall'art. 15 della Costituzione solo per atto motivato della AUTORITA' GIUDIZIARIA e, sino a prova del contrario, l'alto commissario non è autorità giudiziaria.
Il potere attribuito a Sica di revocare licenze e concessioni è riservato dalla Costituzione, all'art.113, solo agli ORGANI DI GIURISDIZIONE e l'alto commissariato con tutta evidenza non lo è.
Insomma, quello che si va a proporre al Parlamento è un attacco puro e semplice alla Costituzione e lascia sgomenti perfino l'idea che possa accadere. Se a ciò si aggiunge l'adesione immediata alla concessione dei poteri straordinari da parte di Raffaele Bertoni, presidente dell'ANM , si comprende immediatamente quanto si sia vicini ad una catastrofe istituzionale.