Roma, 3 settembre - N.R.- Sergio D'Elia segretario federale del Partito radicale ha dichiarato: "C'é da avere paura di fronte a quest'altra coincidenza di uomini e di fatti: un ministro degli Interni - nel bel mezzo dello scandalo del caso Cirillo - che propone per Domenico Sica - depositario di clamorosi affari e segreti di Stato e ora Commissario antimafia - poteri eccezionali per i quali risponde soltanto al Ministro degli Interni.
Il cerchio si chiude.
A proposito di poteri eccezionali, qual é la novità o la differenza rispetto al Generale Dalla Chiesa al quale furono negati? Forse che uno é più affidabile dell'altro? Affidabile per chi? Per i cittadini di Napoli, Palermo, Reggio Calabria o nei confronti di un sistema che sull'intreccio tra potere politico, poteri occulti e "affari" ha fondato la sua fortuna ormai quarantennale?
E' soprattutto necessario che il Pci non cada nella trappola dell'unanimismo, come in passato sull'emergenza terrorismo quando legittimò stragi di diritti e nel Diritto, di libertà e nella vita dei cittadini, né subisca il ricatto della "lotta alla mafia" con il quale si vorrà sicuramente delegittimare chiunque si opponga ad un governo che così "eccezionalmente" conduce la sua guerra.
Una guerra in cui si vuol fare credere che la mafia sia un potere separato e destabilizzante."