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Agora' Agora - 8 settembre 1988
csm e di persia: lettera al presidente della repubblica di sergio stanzani primo segretario del partito radicale: si dimetta felice di persia, assurto alla notorieta' ed al csm grazie alla vicenda tortora.

Roma, 8 settembre - N.R. - Il segretario del Partito radicale Sergio Stanzani, di fronte alla situazione creata dal rifiuto del dottor Felice Di Persia di rassegnare le dimissioni dal CSM che dovrà giudicarlo a seguito della promozione dell'azione disciplinare da parte del ministro Vassalli e delle gravi implicazioni istituzionali che tale vicenda comporta ed evidenzia, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica per rappresentare le ragioni dell'atteggiamento tenuto al riguardo dal PR.

Nella lettera Stanzani rileva che Di Persia è assurto alla notorietà, anche nell'ambito della magistratura, che gli ha consentito l'elezione al CSM, proprio grazie al ruolo da lui assunto nella vicenda Tortora ed alle polemiche che ne sono seguite. Così è entrato a far parte dell'organismo che per tale vicenda dovrà giudicarlo sul piano disciplinare.

Nulla potrebbe più incisivamente sottolineare l'assurdità di un sistema elettorale dei membri togati del CSM (proporzionale e collegio unico nazionale) che favorisce i magistrati che abbiano comunque conseguito una maggiore notorietà rispetto a quelli che abbiano sempre tenuto atteggiamenti indiscussi. L'episodio evidenzia anche la delicatezza dell'esercizio della funzione disciplinare da parte di un organo che non ha esitato a prendere posizione anche polemica su episodi destinati poi a divenire oggetto di indagini disciplinari.

Di tutto ciò si dovrà tener conto non solo nel procedimento relativo al caso Tortora, ma ai fini di quelle indilazionabili determinazioni che dovranno essere assunte sul ruolo del CSM e nella sua elezione. Invitando Di Persia a dimettersi, i radicali hanno cercato, quindi, di stabilire condizioni perché con maggiore serenità ognuno potesse assumere le proprie responsabilità in tali importanti scelte.

 
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