Roma 10 settembre -NR- Ci è pervenuta una nota informativa di Paola Banchini della redazione di "Confronto con l'Est" :"Dopo la fine degli scioperi, e in attesa della "tavola rotonda" con le parti contrapposte, in Polonia ci sono segnali di contraddizione e di intimidazione da parte del regime militare.
Nonostante gli impegni e le garanzie di non repressione che il Governo stesso aveva dato, sono iniziate le misure punitive a livello locale contro i lavoratori che hanno partecipato agli scioperi. Oltre 200 operai di tutte le età delle acciaierie di Stalowa-Wola sono stati richiamati alle esercitazioni militari per due settimane. In Polonia, infatti, oltre al servizio militare di leva, é possibile richiamare a esercitazioni militari anche persone di più di cinquanta anni.
Inoltre, 30 operai tra gli scioperanti di Danzica e 40 operai di una miniera dell'Alta Slesia, sono stati licenziati dal lavoro.
Stelmakowski, intellettuale cattolico incaricato dall'Episcopato di condurre i negoziati tra operai e regime, ha parlato di contrattacco delle forze conservatrici presenti nelle strutture del potere. Vi sarebbe infatti una enorme resistenza di tali forze contro la "strategia del compromesso".
Il Comitato Helsinki polacco, di cui lo stesso Stelmakowski fa parte, denunciando la violazione dei diritti civili, ha lanciato una protesta contro le autorità che hanno avviato le misure repressive."