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Agora' Agora - 23 settembre 1988
ELEZIONI EUROPEE: "FIN DALLE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE DIRITTO DI CANDIDATURA IN TUTTI I PAESI CEE E NON SOLO NEL PROPRIO". E QUANTO CHIEDE FORMALMENTE IL PARLAMENTO EUROPEO, CON LA TERZA DICHIARAZIONE APPROVATA NEL GIRO DI POCHI MESI IN MATERIA ISTITUZIONALE. IL VERTICE DI RODI DOVRA' ESPRIMERSI, ROMPENDO UN SILENZIO OLTRAGGIOSO NEI CONFRONTI DEL P. E.
GLI EURODEPUTATI RADICALI: E' NATO UN "PARTITO DEL PARLAMENTO", CHE ATTRAVERSA SCHIERAMENTI POLITICI E NAZIONALITA'.

Bruxelles 23 settembre - N.R. - Con una maggioranza mai registrata in precedenza(303 parlamentari europei su 518)il Parlamento Europeo ha approvato una dichiarazione con la quale si chiede che fin dalle prossime elezioni europee ogni cittadino della CEE possa essere candidato non soltanto nel proprio paese ma anche in qualsiasi altro stato della comunità. Il Parlamento Europeo ha chiesto inoltre che il Consiglio dei Ministri della CEE esamini e deliberi tutte le misure atte a rendere effettivo tale diritto entro il 30 ottobre prossimo.

Tale dichiarazione costituisce la terza presa di posizione del Parlamento in materia istituzionale nel giro di pochi mesi. Il 16 maggio scorso l'Assemblea di Strasburgo aveva infatti rivendicato maggiori poteri (in particolare il mandato di preparazione del nuovo Trattato di unione politica europea) e richiesto la convocazione degli "Stati Generali d'Europa" nel luglio 1989 per l'elezione diretta del presidente della commissione e del presidente del consiglio europei. Con una successiva dichiarazione del 16 giugno il Parlamento Europeo sollecitava gli stati nazionali a convocare dei referendum consultivi, anche contemporanei alle prossime elezioni, al fine di conoscere l'opinione di milioni di cittadini circa l'unione politica europea, il suo assetto istituzionale e i poteri del Parlamento.

Così come le precedenti, anche la dichiarazione ora approvata è sottoscritta da europarlamentari appartenenti a tutti i gruppi politici e di tutte le nazionalità.

Nel merito, i deputati radicali europei Pannella, Cicciomessere e Negri, promotori dell'iniziativa, hanno rilasciato la seguente dichiarazione:

"Di fronte a un Parlamento che alza la testa e domanda autentici poteri per se ed autentici diritti per i cittadini, i capi di stato e di governo ed il consiglio della CEE non possono più reagire con uno sdegnato ed ostile silenzio come accade al vertice di Hannover.

Con queste dichiarazioni il Parlamento non commette alcun reato di lesa maestà. E' al contrario offensivo e scandaloso l'atteggiamento del Consiglio nei confronti del Parlamento, unico organo comunitario democraticamente eletto e rappresentativo dei popoli europei.

Il vertice di Rodi, 2/3 dicembre, dovrà esprimersi sulle richieste del P.E., cioè sulla nascita di un reale organo legislativo, di un esecutivo dinnanzi ad esso responsabile, nonché sulla consultazione dei cittadini europei e l'affermazione di un nuovo loro concreto diritto.

E' tuttavia fin d'ora evidente, e non possiamo che rallegrarcene, che è nato un "partito del Parlamento", che attraversa schieramenti politici e nazionalità. Con questi atti politici di straordinario valore ha posto tutte le premesse per un grande confronto con i fautori dell'unione politica europea e della nascita degli Stati Uniti d'Europa democratici e quanti esplicitamente o tacitamente boicottano tale prospettiva lavorando alacremente ad un'Europa intesa solo come spazio di libero mercato, nel vuoto di qualsiasi istituzione democratica comunitaria".

Allegato il testo ufficiale

IL PARLAMENTO EUROPEO

Considerando che l'articolo 138, paragrafo 3, del Trattato CEE conferisce al Parlamento europeo la competenza di elaborare "progetti intesi a permettere l'elezione a suffragio universale diretto" dei membri del Parlamento Europeo,

1.-dichiara solennemente che le Comunità europee devono adottare ed applicare, sin dalle elezioni del Parlamento europeo del giugno 1989, il principio secondo cui qualsiasi cittadino dei paesi membri ha il diritto di candidarsi all'elezione al Parlamento europeo in qualsiasi e in ciascuno dei paesi membri delle Comunità europee;

2.- chiede al Consiglio di pronunciarsi sull'obiettivo di questa dichiarazione quanto prima e in ogni caso entro il 30 ottobre 1988;

3.- incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione al Consiglio e alla Commissione delle Comunità europee, nonché ai governi degli Stati membri.

 
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