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Agora' Agora - 24 settembre 1988
REATI MINISTERIALI: INIZIATIVA LEGISLATIVA O REFERENDUM CONTRO LA NUOVA LEGGE COSTITUZIONALE SUI PROCEDIMENTI D'ACCUSA A CARICO DEI MINISTRI.
LA PROPOSTA DEL CAPOGRUPPO FEDERALISTA EUROPEO CALDERISI IN UNA LETTERA CHE SARA' DOMANI PUBBLICATA DA "IL GIORNALE".

Calderisi precisa innanzitutto la portata dell'esimente contenuto nell'articolo 9 della nuova legge costituzionale.

"Si badi bene: diversamente da quanto stabilito dal codice penale in ordine alle cause esimenti nell'esercizio di un diritto e nell'adempimento di un dovere determinato da uno stato di necessità, con la norma dell'articolo 9 si prescinde dalla necessità effettiva, essendo sufficiente il semplice fatto dell'intenzione! E così pure si prescinde sia dalla proporzione tra il fatto e l'interesse che si dovrebbe tutelare sia dalla possibilità di tutelarlo in altro modo!

Attraverso questa causa esimente, come è stato detto, si introduce e si codifica nell'ordinamento la ragion di Stato. Un ministro può violare la legge per la ragion di Stato- o meglio per la sua pura e semplice evocazione- che può prevalere rispetto alla ragione del diritto. Viene incrinato il principio di legalità.

E' gravissimo che si dia il segnale che la classe politica possa invocare, per i suoi ministri, non la contestazione di un reato che la magistratura asserisce essere stato compiuto e su cui bisogna indagare, ma il diritto a violare la legge, la norma, le regole. Si tratta della negazione del grande principio di civiltà giuridica liberal-democratica, secondo il quale mai la ragion di Stato può prevalere sulla ragione del diritto.

Come può una legge del genere costituire addirittura la riforma dei procedimenti di accusa conseguente al referendum dell'8 novembre scorso? Siamo al più completo tradimento della volontà popolare che si è pronunciata in modo chiarissimo per l'eliminazione di tutti i criteri politici di una giustizia politica."

Calderisi infine ricorda che l'esito del voto e il non raggiungimento del quorum di due terzi consente a un quinto dei membri della Camera di chiedere il referendum popolare e propone comunque un'iniziativa basata non solo sul referendum ma anche su un'iniziativa legislativa.

Il ricorso al referendum, da preparare comunque da subito, si renderebbe effettivamente necessario solo se la prima strada non dovesse dimostrarsi praticabile.

 
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